venerdì 25 settembre 2009

Torna José!

Raccontavo l'altro giorno della 'tristezza' a seguito della notizia della chiusura del blog di José Saramago ( il Quaderno). Un vuoto incolmabile, soprattutto per la straordinaria delicatezza e raffinatezza con cui il grande autore portoghese massacrava tutto e tutti.
E anche della notizia del rifiuto da parte della casa editrice dello scrittore in Italia di pubblicare l'ultimo libro, che osava aggiungere critiche al Nano Bagongo, che della casa editrice ne è il proprietario.
Bene oggi, da Repubblica (quella cartacea, non ho verificato se c'è anche sul sito), dalla penna di Umberto Eco, veniamo a sapere alcune cose che rendono tutto meno sgradevole.


1) E' stato pubblicato il libro 'Il Quaderno', e cioè la raccolta dei post pubblicati sul blog. Almeno non ce li perdiamo e possiamo riabbeverarci fino alla noia da tale saggezza. Il libro ha una prefazione di Umberto Eco, per l'appunto.
2) La casa editrice è Bollati Boringhieri. Quindi anche quel problema è stato risolto. E che soluzione!!!
3) Nel mese di ottobre l'autore verrà in Italia per presentare il libro. Occasione ghiottissima per ascoltare dalla viva voce un uomo saggio, premio Nobel, scrittore sublime.

 Questa la scaletta degli incontri:
il 9 ottobre a Torino al Circolo dei Lettori
il 10 ottobre ad Alba all'Università
il 12 ottobre a Milano al Teatro Franco Parenti
il 14 ottobre a Roma al Teatro Vittorio Gassman.

Bene, speriamo di conoscerci in una di queste occasioni.

martedì 22 settembre 2009

Un po' più in là sulla destra

di Fred Vargas - Einaudi

A me questa donna intriga moltissimo. Parlo dell'autrice. Un po' perché francesce, un po' perché è una storica medievista, un po' perché scrive bene. Questo libro ha due facce, precise e nette, con tassi di gradimento agli antipodi.
La prima parte, metà precisa direi, noiosa, che metta a dura prova anche il lettore innamorato. E' vero che è propedeutica alla seconda, prepara la vicenda, raccoglie le prove, introduce i personaggi, almeno alcuni. Ma è ripetitivo, con un racconto faticoso, con una sorta di spasmodico disordine. Si fa fatica a continuare, e per un libro giallo è imperdonabile.
Ma poi tutto cambia. Improvvisamente. La scena si sposta da Parigi alla Bretagna, arrivano protagonisti e spalle straordinari, si raccontano scene dal più raffinato degli umorismi.
E l'indagine degli smandrappati detective in trasferta diventa ancora più surreale.
Un personaggio su tutti, veramente straordinario, è Dernas, il marito dell'ex compagna del protagonista. Un uomo ai confini del reale, dalla battuta pronta e dall'intelligenza sovvraffina ('Benone!').
Un solo neo: a un certo punto non si capisce più niente, tutto comincia a rotolare a una velocità inusitata e il povero lettore si trova travolto; tra uomini, donne, macchine, biliardi, omicidi, cani, doppiette...
Al limite di non capire tutto.

martedì 15 settembre 2009

Magari esserci!!!

La notizia è ghiotta per chi è un estimatore come me.
A partire del 18 settembre, Bath ospita il Jane Austen Festival, che si concluderà nientepopodimeno che il 27 dello stesso mese. Altro che Mantova!!
Il festival avrà una serie di appuntamenti letterari, reading, analisi, ma anche di sapore più mondano e storico. E cioè pranzi dell'era georgiana, lezioni di cucito, visite in città, matrimoni in stile d'epoca. Insomma una vera meraviglia per gli amanti del genere.
Per l'occasione sarebbe necessario e utile una ReadingList, che ci indichi i libri migliori, quelli più affascinanti, quelli imperdibili della produzione della scrittrice inglese.
E invece no.
Jane Austen non ne ha bisogno. Per due motivi.
1) Chi non conosce i suoi libri deve essere punito con il divieto assoluto di leggerli oggi. Un'altra volta si muove e ci pensa prima.
2) Ogni osservazione, analisi, indicazione, suggerimento, pensiero sui libri della Austen sarebbe scontato e non aggiungerebbe nulla a dei capolavori letterari che oggi stanno riprendendosi la scena.
Magari esserci.
Passeggiare tra le strade della cittadina inglese luogo di molte scene dei libri dell'inglese.
Visitare le terme romane, che sono veramente splendide.
Assaporare le atmosfere, in alcuni casi identiche all'epoca.
Seguire gli stessi giochi dell'epoca.
E sentire la signora Bennet gracchiare "che carrozze, che cadetti...".

Se potete, non perdetevene uno dei libri di Jane Austen. Fanno bene alla mente e anche al cuore.

lunedì 14 settembre 2009

Cime tempestose

di Emily Bronte - Garzanti
Durissimo libro all'insegna dell'odio, del rancore, della vendetta e del trionfo dell'amore. Capolavoro del classico oggi denota tutta la sua stanchezza.
Se chi lo approccia per la prima volta pensa di trovarsi di fronte all'ennesimo romanzo alla Jane Austen, beh sappia che fa un grossolano errore. Qui l'eroina di turno non si riscatta, l'amore osteggiato dagli eventi alla fine forse trionfa ma con grande amarezza e dolore e sangue.
Un libro straordinario nello stile, nella sua chiarezza, nella sua essenzialità.
Ma un libro terribilmente triste, difficile, ostico, per nulla ospitale, che vuole ripetutamente e consapevolmnete respingere il lettore.
L'ho iniziato, l'ho abbandonato con insulti, l'ho ripreso contro voglia, l'ho finito tra sudore e muscoli indolenziti. E con piacere. 
Non è il momento per leggere simili libri.

domenica 13 settembre 2009

ReadingList 7 - Abbey Road, 40anni dopo

E’ il quarantesimo anniversario dell’uscita di Abbey Road, penultimo disco dei Beatles come uscita, ma la vera e propria ultima fatica della banda dei quattro.
Un disco strano, che recepisce i cambiamenti della musica dell’epoca, sancisce in modo esponenziale ormai l’isolamento di ciascun membro del gruppo nei confronti degli altri, impasta un medley straordinario nella seconda parte che si conclude con l’ultima canzone della banda di Liverpool con l’emblematico titolo ‘The end’, di una sola strofa  - and in the end the love you take is equal to the love you make.
Ma forse, ed è paradossale!, il disco è ricordato ancora di più per la sua copertina, con i musicisti che attraversano la famosa strada dove avevano e hanno ancora sede gli studios più famosi del mondo.
Una foto che ha fatto epoca, rivisitata e riutilizzata da altre band nel tempo, oltre a essere la foto più ripetuta e reiterata da turisti nostalgici e non.
Il disco è fenomenale, un continuo sali scendi tra rock durissimo e melodie sognanti. Ospita canzoni ormai nella leggenda come ‘Here comes the sun’ di Harrison, oppure ‘Come together’ di Lennon. Ma anche stranezze di Ringo come ‘Octopus’s garden’ e ‘She Came in Through the Bathroom Window’ di Paul.
E’ l’ennesima occasione per rivedere la sterminata - non in Italia purtroppo - produzione di libri e, per quanto è il mio modesto e illuminato parere, quali da leggere e quali dai quali stare alla larga, e molto.

La prima segnalazione ‘obbligatoria’ perché è ufficiale e frutto dei quattro musicisti stessi è  il mastodontico The Beatles Anthology - Rizzoli, che accompagnava la raccolta dei sei Cd che ci presentavano tutte le canzoni, con registrazioni diverse in studio, abbozzi di canzone e versioni diverse e stralunate. Il libro pesa chili, è ricco di immagini, fa la cronistoria dettagliata del gruppo. E’ il libro ‘definitivo’ direbbero gli anglosassoni. Ha un solo neo: è un’autobiografia e quindi non è arricchita di una visione dall’esterno. Comunque per chi vuole conoscere il gruppo e non ne sa più o meno niente, questo è il libro di riferimento.
Unitamente a La grande storia dei Beatles di Mark Levisohn, ‘biografo semi-ufficiale’ del gruppo, ed edito da Giunti.
Il libro è una vera e propria guida completa e dettagliata della storia, anno dopo anno, mese dopo mese, con tutti i concerti descritti, oltre che tutta la discografia, i dischi in tutti i paesi con le diverse edizioni. Forse il più autorevole e esaustivo libro mai stato redatto sui Beatles. Da non perdere.
Per chi invece vuole sapere tutto, ma proprio tutto, intorno a ogni canzone scritta dal gruppo, straordinario è La storia dietro ogni canzone dei Beatles, di Steve Turner, pubblicato da Tarabooks. Ogni canzone, disco per disco, viene collocata nel suo tempo, viene descritto il periodo e lo stato d’animo di chi l’ha scritta, da cosa arriva l’ispirazione, le sensazioni, gli obbiettivi, i fini. E’ molto istruttivo leggerlo mentre si ascoilta la singola canzone perché ci consente di trasferirci nel periodo e di comprendere meglio, se possibile, la canzone stessa. E’ bellissimo, anche se presuppone una conoscenza approfondita della dsicografia beatlesiana.

State alla larga, se potete, invece da The Beatles - la vera storia di Bob Spitz, pubblicato da S&K. Un libro che, in tipico stile gossip all’americana, cerca di trovare rivelazioni sensazionali, inutili e soprattutto inverosimili. Non amo questi libri, dai quali in genere sto molto alla larga. Ma visto che si tratta dei Beatles mi sono lasciato convincere ed è l’ennesima conferma. Da lasciar perdere.

Ancora una segnalazione d’obbligo. Tra i numerosi libri di fotografie che cercano di ripercorrere la storia del gruppo, il migliore, il più melanconico ma anche il più emozionante è quello, recentemente  pubblicato, di Robert Whitaker.
The Beatles - l’ultima tournée, edito da Gremese, è la storia per immagini dell’ultimo tour di concerti che il gruppo fece prima di decidere di non cantare più in pubblico.
Siamo nel 1966 e il tour, partendo dalla Germania, tocco il Giappone (dove vengono minacciati di morte dai gruppi più oltranzisti e bigotti, per poi passare nelle Filippine dove un presunto sgarbo al dittatore Marcos e alla moglie fece tremare le ginocchia ai quattro baronetti. Le fotografie sono eccezionali, intime, non costruite, dall’interno, e ci fanno cadere nel gruppo come quinto membro. Bellissimo.

giovedì 3 settembre 2009

Oddio, e adesso?

Per chi si abbeverava di saggezza dalla sue pagine; per chi si alimentava delle sue acute analisi; per chi ringiovaniva la mente con le sue esternazioni straordinarie; per chi attendeva le sue note per ritrovare un po' si speranza; bene, per tutti questi sognatori, la notizia riportata è dolorosa, molto.
Saramago chiude il suo 'Quaderno' il suo blog, che solo in un anno era diventato un punto di riferimento, non solo letterario, per chi ha la mente libera.
Nell'articoletto del Corriere che riporta la notizia, si racconta che la decisione è stata presa dall'autore portoghese perché deve dedicarsi alla scrittura del suo prossimo libro. In più Saramago calca la mano: questa è stata un'esperienza positiva e stimolante, ma comunque, indipendentemente dagli impegni, non verrà ripresa.
Una stretta al cuore. Il Quaderno di Saramago è un esempio formidabile di comunicazione con i propri lettori attraverso il web. Un appuntamento periodico al quale non mancavo mai.
Tant'è. Come tutte le cose di qualità hanno una vita breve, come tutti i miti. Ci mancherà.
Per avere 'notizie' dell'autore aspetteremo le uscite dei suoi libri, speriamo ancora numerosissimi.

mercoledì 2 settembre 2009

Nereo Rocco

di Gigi Garanzini - Mondadori

Sono sicuro che il Paròn dall'alto ci guarda e ci insulta cordialmente, tutti i giorni. E non solo per come è ormai messo il calcio nostrano, ma anche per tutto il resto. Rileggerlo, riassaporare le sue cordiali bordate, respirare ancora l'aria di quegli anni: questo il merito assoluto di questo libro, versione aggiornata e rimpinguata dell'edizione originaria di qualche anno fa.
Rocco rimane nell'immaginario collettivo del regno di Eupalla (Brera docet) una figura centrale per la sua umanità, per la sua capacità di tenere insieme la squadra che allenava, ma anche per le sue intuizioni tattiche che tanto hanno fatto vincere le squadre che ha allenato, Milan in primis.
Un uomo burbero, che parlava praticamente solo in dialetto triestino, ma che riusciva, anche con una violenza verbale al limite, a tirare fuori il meglio dell'uomo e del calciatore. Un punto di riferimento nell'Italia degli anni '60, non solo del calcio.
Il libro è cronologico nel suo racconto, ma ha anche pagine dedicate alle persone che più gli sono state vicino: Rivera, il medico Monti, Cudicini...
Troppo facile lasciarsi andare ai paragoni con l'oggi, e quindi non li faccio.
Ricordo solo da bambino/ragazzo le sue interviste alla 'Domenica sportiva', la sua tuta in panchina nelle poche partite viste allo stadio, e le interminabili interviste con Gianni Brera intorno a un tavolo coperto di bottiglie vuote.
Altri tempi, altro calcio, altro mondo. Migliore o peggiore non so, ma sicuramente più affascinante e genuino (anche se con tasso alcolico da ritiro di patente immediato).
 
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