lunedì 28 dicembre 2009

L'ombra di quel che eravamo

di Luis Sepulveda - Guanda

L'11 settembre non è una data infausta solo per l'attentato alle Torri. E' anche il giorno in cui il boia Pinochet, nel lontano 19173, con la sua scellerata e nazista giunta militare, appoggiata da Cia, Fbi e governo americano, ha scalzato il governo di Unidad Popular democraticamente eletto dal popolo cileno.
Questo libro non parla del golpe, anche se ne è figlio. Questo è un romanzo, ai confini con il noir, che narra di vecchiaia, di passato, di ferite che non si rimargineranno mai. Ma è anche un invito a non dimenticare, ad essere convinti delle proprie idee, senza ancorarsi a un ideologismo immobile e asfittico.
E' un inno all'amicizia, anche dopo anni, tra uomini, tra militanti, anche in contrapposizione.
E poi è una prova di surrealismo, di ironia sopraffina, di sogno a metà tra il grottesco e il fantastico.
E come tutti i libri di Sepulveda, che può piacere o no, è scritto in modo sopraffino e sottilmente delicato.
Bello come il sole.

martedì 15 dicembre 2009

Zia Mame

di Patrick Dennis - Adelphi

Leggendo questo libro il primo pensiero va a quei film anni quaranta, commedie brillanti, ('Arsenico e vecchi merletti' piuttosto che 'Scandalo a Filadelfia') con quel ritmo infernale e incalzante che faceva tenere il fiato allo spettatore per tutta la proiezione. Ecco questo libro mi ha fatto tenere il fiato, mi ha fatto stare in apnea per quasi tutto il tempo necessario alla sua lettura. Alla fine sei stremato, come se avessi corso i 100 metri!
Non so se Zia Mame mi sia simpatica, se mi affascini, se vorrei avere una zia come lei. Ingombrante, caciarona, cialtrona e decisamente casinara. Questo libro è straordinario non perché la sua storia sia particolarmente seducente, ma semplicemente perché sembra una slitta in una gara olimpionica: parte piano ma subito prende una velocità dirompente, accelera, rallenta poco nelle curve, ri-scatta fino a fermarsi di colpo alla fine della sua corsa, anche per evitare di schiantarsi. Senza perdersi mai, senza mai uscire di pista.
Mettiamola così: se fossi uno scrittore mi piacerebbe scrivere così.
E' un libro da leggere, assolutamente, ma anche da dimenticare altrettanto rapidamente.

martedì 8 dicembre 2009

Pianoforte vendesi

di Andrea Vitali - Garzanti
E' un racconto lungo l'ultima fatica di Vitali. Un piccolo libretto che è sospeso tra realtà, fantasia, sogno e mistero.
A Bellano in un anno che non si sa, durante la festa dell'Epifania, un losco figuro si aggira per il paese con un unico obbiettivo: approfittare della confusione consueta per borseggiare a più non posso, indisturbato.
Ma la comparsa di un pianoforte sconvolge la serata del ladro pasticcione. E soprattutto la 'diceria' che il giorno dell'Epifania i morti ritornano sui loro passi e, per un giorno soltanto, riprendono possesso delle loro cose.
E ' una storia fantastica, che balla in continuazione tra realtà e immaginazione.
Vitali ormai ci sta abituando a continui cambiamenti, a salti repentini tra la commedia di paese al giallo, dal drammone  al viaggio fantastico.
Questo è una chicca per estimatori. Anche se so che la maggioranza dei lettori non saranno daccordo con me.
 
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