martedì 31 maggio 2011

Il sorriso di Angelica

di Andrea Camilleri - Sellerio

Montalbano è un vero farfallone. Un vero cinquantino (e rotti) in crisi di identità, di senilità indotta e in piena recrudescenza adolescenziale. Tutto ciò lo porta all'autodistruzione - anche se nel frattempo si diverte, e scusate se è poco.
Inutile raccontare, descrivere, valutare, sottolineare. Di Montalbano, Fazio, Catarella e di Vigata sappiamo ormai tutto. Li apprezziamo, come talvolta ci annoiamo un po'.
Il bello di questa puntata della vita siciliana intorno a un commissariato, è la testa che il prode commissario perde per una bellissima trentenne che ricorda eroine di epica memoria.
Il questurino si perde dietro alle gonnelle di questa bellissima apparizione - anche il lettore sensibile se ne innamora, descritta com'è - fino a un finale pseudo-tragico e alla riapparizione di quella noia mortale che è la sua donna ligure.
Ne sta nel frattempo già uscendo un altro, della serie.
Camilleri è prolifico, e quindi a volte ripetitivo.
Io centellinerei un po' di più le uscite, e Sellerio dovrebbe porsi il problema.

venerdì 27 maggio 2011

Boccalone

di Enrico Palandri - Bompiani

Ne sono passati di anni da quando questo libro è stato scritto. Sono passati anni da quando la rivoluzione era lì, a portata di mano, che nessuno ha saputo prendere per il bavero. E Bologna '77 è l'inizio della fine di tutto, la fine di un'epoca, la conclusione di un sogno che ha attraversato tutti gli anni '70.
E questo è un libro che fotografa esattamente quello che è successo, con lo scontro tra la cosiddetta parte creativa del movimento, l'involuzione para-terroristica dall'altra, e chi invece voleva continuare a lottare per qualcosa di migliore dall'altra parte ancora.
Ma soprattutto, questo libro, è la storia di un'amore a cavallo della crescita dei protagonisti.
Lei, come sempre, più matura, più donna, già proiettata nella vita. Più indipendente, più libera. Lui, militante, alle prese con le sue contraddizioni di maschio, innamorato, appeso alle gonne della sua compagna. Il tutto viene condito dalle contraddizioni politiche dell'epoca, dei voglio ma non posso, dei posso ma non riesco.
È quasi un libro di storia, da certi punti di vista, che ci catapulta in un'epoca straordinaria, ricca, viva, rivoluzionaria, e che orami sta per vedere il crepuscolo.
Il linguaggio è fresco, datato come è naturale che sia. Ri-leggerlo è un piacere per gli occhi, una sferzata di gioventù per la mente, anche se una sventagliata di terribile malinconia e nostalgia rende tutto decisamente difficile da digerire.
È un libro generazionale.
Gli altri si astengano, se posso suggerire. Si annoierebbero mortalmente.

Leielui

di Andrea De Carlo - Bompiani

Questo libro festeggia il ritorno dell'autore bel tenebroso ai temi originari delle sue fatiche più di successo. E cioè l'amore, la coppia, che a volte scoppia e a volte no, la vita di tutti i giorni.
Il problema vero è che questi temi, affrontati in questo modo, ripropongono un approccio adolescenziale, di compagnia sul muretto, con scadimenti veramente imbarazzanti.
Questa è la storia di un incontro, di un amore che nasce, come tanti. Che viene contrastato dall'altro in gioco, dalla società che spinge per una normalizzazione sempre ambita, dal banale genio e sregolatezza dell'artista della parola che funge da protagonista, e dalla ritrosia della sperduta protagonista femminile.
Forse De Carlo scrive bene. Forse De Carlo ha grande capacità affabulatoria. Ma sicuramente questo libro è la fiera delle banalità, il festival delle consuetudini, la riproposizione dei luoghi comuni più comuni che non si può.
Il lieto fine, scontato, sin dalle prime pagine che descrivono l'incidente automobilistico che si rivelerà galeotto per i due protagonisti, è addirittura imbarazzante per la sua melensa, e bagnata, conclusione.
E poi, siccome non voglio farmi mancare nulla, ma proprio nulla, volevo aggiungere alla mia lamentela anche l'immorale lunghezza del libro che supera le 500 pagine e lambisce il chilo di peso: tutto per farci sapere che due si incontrano, schermagliano un po' nella città tentacolare e indifferente, si pigliano e si lasciano qualche volta, vanno al mare, e si ritrovano alla fine per vivere felici e contenti.
Troppo per quegli alberi tagliati.
Non volevo leggerlo e come sempre, quando faccio qualcosa contro il mio parere, me ne pento.

mercoledì 4 maggio 2011

L'amministratore

di Anthony Trollope - Sellerio

L'Inghilterra vittoriana presenta un fascino particolare. Il suo mondo, la sua società e le sue abitudini. E le sue 'follie' perbeniste e fondamentalmente ingenue.
E Trollope le interpreta in modo magistrale, soprattutto nella 'sagra' di Berchester, luogo immaginario dove le vicende si arrotolano, si rincorrono e comicamente si scontrano.
Il primo libro del ciclo è, almeno per il tempo, dissacrante, perché mette in luce una protesta anticlericale che sembra dei nostri tempi. E racconta la prova d'orgoglio di un uomo che vuole conservare la propria dignità, coscienza e onestà, intellettuale e non.
Il racconto a volte si affatica, non scorre, sembra sudare per la 'salita'.
Ma è una prova straordinaria per chi, come me, ama questa letteratura fatta di racconti familiari, di piccoli borghi e di piccole storie da mettere in piazza.
Un'ultima osservazione. L'avvocato d'assalto è talmente moderno, cinicamente attuale, da far ricordare le figure del foro di oggi che per soldo, o per 'missione' sono disposti a tutto pur di ottenere quanto si sono prefissati.
È una storia di mitezza umana, ingordigia, avarizia, pochezza mentale, dignità e riscatto.
 
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