giovedì 15 novembre 2012

Un'ottima annata

di Peter Mayle - Garzanti

Processo inverso, quello che ho adottato con questo libro: prima il film poi il libro. Ridley Scott è un maestro del 'colore', della luce. Proprio come nel libro.
Le atmosfere che si respirano, le pennellate di rosa dei tramonti provenzani, i colori intensi ma anche tenui dei vigneti e delle rose, sono molto simili a quelle che il maestro del cinema è riuscito a riproporre nel film.
Ma nel libro, oltre a una minore oniricità e alla mancanza di leggerezza, la vicenda 'truffaldina' assume una centralità molto forte, molto presente, che guida molte delle pagine del lavoro letterario.
Un libro molto scarno, molto essenziale, in cui il lettore  - quello che ha bisogno di evadere e di 'fuggire' con la mente - si cala lentamente, con la certezza che tutto andrà bene, che il mondo continuerà a girare nella giusta direzione, e che l'amore, dopotutto!, trionferà.
È una storia divertente, con qualche pretesa moralistica, che schiaccia l'occhio a chi dice basta al suo mondo fatto di stress e appuntamenti, a favore di una lentezza bucolica e di una scoperta delle proprie radici.
Tutto bello, a chi non piace?
Il problema vero è che i guru della fuga, i professionisti del ritorno alle origini, i fautori della fuga e del rifiuto, sono sempre privilegiati che hanno la possibilità di farlo, grazie a tasche piene, eredità sontuose e donne bellissime sempre ai tuoi piedi.
Bello, bellissimo, ma alla fine fa anche un po' incazzare.
E non è bello per un libro...
 
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