mercoledì 23 aprile 2014

Leggere rende leggeri

Ci tenevo a condividere questa notizia.
Siccome è una notizia relativo al leggere, ai libri e a una 'presunta' attività intellettuale - e non finanziaria! - passa totalmente inosservata, invisibile.
Le ultime statistiche relative al bel leggere nel nostro paese continuano a essere disarmanti e sempre più preoccupanti, con un forte condimento di crisi, crollo dei consumi a tutto tondo e becero inaridimento culturale e civile.

Ma oggi dobbiamo tutti gioire.
Celebriamo sua maestà il libro, quell'oggetto che odora di buono, che ha spesso al suo interno qualcosa di buono e che rende tutti più buoni.

Leggere è un viaggio straordinario nel mondo fantastico di chi scrive, è una condivisione (questa sì!) di intenti, idee, fatti e sogni.
Leggere è librarsi sopra tutto e sopra tutti, andando in picchiata quando si vuole, puntando alle quote più alte quando lo si desidera, svolazzare qua e là ogni volte che si vuole stare un po' in pace.
Leggere è vita, speranza e anche un po' carità.
Leggere è lasciare questa valle di lacrime almeno per qualche decina di minuti, leggere è pensare, leggere è ridere, leggere è mangiare.
Leggere è tutto e il suo contrario.
Leggere è l'ultima libertà che abbiamo.
Leggere, per non morire.
Leggete gente, leggete. Non ve ne pentirete mai.

venerdì 11 aprile 2014

Le torri di Barchester

di Anthony Trollope - Sellerio

Ci vuole stomaco per i libri di Trollope. Stomaco e dedizione, sacrificio, impegno, e tanta, tanta voglia di finirli...
Questo è il secondo libro del ciclo di Barset, che Trollope mise insieme realizzando una fotografia straordinaria dell'Inghilterra - sessista, imperialista, coloniale e razzista, e classista - dell'epoca.
Qui si affrontano temi legati al poter, alle nomine di vescovo, arcidiacono, amministratori di case per anziani. Il tutto inserito in un frullatore con ingredienti 'special taste' come il mondo che sta cambiando, come lo scontro tra conservatori e l'avvento di ideali più liberali, e come chicca il ruolo delle donne che cominciano a scalpitare.
Perché stomaco per leggerli? Perché sono lunghi, a volte esasperanti, con descrizioni e digressioni che ammorbano nel loro dettaglio, e mettono a dura prova il lettore 'moderno'.
Io adoro calarmi nei mondi ormai sepolti, amo profondamente sognare periodi più spensierati - a patto di essere ricchi e nobili, s'intende! -, con questi ritmi lunghi, mai affannati, apparentemente sereni.
Trollope però esagera e mette in difficoltà il lettore, anche quello meglio disposto. Proprio al contrario di Jane Austen, formidabile narratrice della vita di tutti i giorni con quel lieve distacco ironico che la contraddistingue.
Ora prima di attaccare gli altri quattro della serie devo fare decantare, assorbire, e un po' anche riavermi.
La scelta che ho fatta per riprendermi non è delle migliori, anzi, ma tant'è.
Il bello del leggere è proprio quello di scoprire piano piano se il libro ti piace.

mercoledì 2 aprile 2014

Arrigoni e il caso di Piazzale Loreto

di Dario Crapanzano - Fratelli Frilli

Quando cadi nella trappola delle serie di gialli letterari non ne esci più. Il commissario Arrigoni non è Maigret - anche perché Milano non è Parigi, ahimè - ma nemmeno Montalbano o Poirot, ma si lascia leggere, lasciandoti sognare sul bel tempo che fu.
La storia è un po' strana, a dire il vero, e ti lascia un po' basito, per la dinamica, per il movente, ma soprattutto per la geniale trovata delle gemelle alle prese con due vite diverse e lontane mille miglia.
Milano è sempre sullo sfondo, più grigia che mai, nella sua zona est, operaia e lavoratrice, all'opera per ricostruire l'Italia e avvicinarsi al boom economico.
Arrigoni è sempre più rassicurante - forse troppo! - e credo che sia il suo peggior difetto. Non sgarra mai, non fa mai colpi di testa, non si scaglia contro nessuno. È troppo bravo questo commissario, con una moglie troppo bella, una figlia troppo brava...
I libri di Crapanzano sono godibili viaggi nel passato non solo in una Milano che non c'è più, ma in un mondo che ormai non esiste più e che ci dobbiamo dimenticare alla svelta.
Per non cadere in depressione...

martedì 1 aprile 2014

Una sera a Parigi

di Nicolas Barreau - Feltrinelli

Di polpettoni sentimentali ce ne sono in giro. Alcuni sono dei capolavori della leggerezza e del 'sogno', altri ti confortano senza lasciare il segno, altri sono noiosi e un po' inconcludenti. Questo libro è uno di questi ultimi.
Uomini e donne che si puntano, il caso che si mette di traverso, l'arrivo di un personaggio fuori da ogni aspettativa (Woody Allen), l'attricetta bellona che fa la vampona e che crea scompiglio, il vecchio cinema 'd'essay' che resiste al mercato con le pellicole di qualità, Parigi nel sottofondo fascinosa come non mai...ci sono tutti gli ingredienti per realizzare, ahimè, il classico e scontato libro d'amore a lieto fine.
Troppo scontato, troppo già letto, troppo già visto, troppo tutto!
Ha comunque un suo aspetto positivo.
Lo leggi in un amen, e lo dimentichi anche più velocemente.

 
Paperblog