martedì 25 agosto 2015

Leonardo: Il genio che inventò Milano

di Marina Migliavacca - Garzanti

E chi ci racconta ancora che Leonardo è fiorentino, peste lo colga!
Cioè fiorentino è fiorentino, ci mancherebbe, ma di fatto il genio dei geni si è fatto e ha fatto carriera tra le strade d'acqua della Milano della seconda metà del quattrocento. Il resto sono frottole al vento.
Questa fatica storico-letteraria è straordinaria perché ci conduce per mano nella conoscenza ravvicinata di Leonardo, delle sue prime mosse verso il Moro, delle sue opere nella capitale meneghina, e nel suo peregrinare in Francia dopo l'arrivo dei francesi stessi in Italia e a Milano in particolare.
È un libro godibile, che non ha l'ambizione del saggio storico, ma che riesce comunque a raccontare la storia anche a chi non ha grande cultura specifica.
Io che sono uno dei più grandi medievisti che sono comparsi sulla terra addirittura da prima che arrivasse il medioevo, ho storto un po' la bocca non tanto per l'approccio narrativo e divulgativo - quello ci sta - ma soprattutto per il linguaggio 'moderno' che a volte odora di sbracatura lessicale e a volte stucca. Ma tant'è, ormai non ho più l'età, come diceva la Cinquetti, e quindi butto tutto alle spalle.
Il libro è da leggere soprattutto se uno non sa nulla del genio e poco di Milano.
Molto divertente.

Reykjavìk Café

di Sòlveig Jònsdòttir - Sonsogno

Il bello (e il rischio) dei libri degli autori nordici - oltre al fascino embedded che hanno proprio perché vengono dal grande nord - è che non capisci subito se l'autore è maschio o femmina. I loro nomi sono incomprensibili se non conosci le lingue.
E quindi, quando ho acquistato questo libro sul Kindle, ero più che altro attratto dall'autore islandese, dalla curiosità di cascare in quel lontano mondo, dalla voglia di 'isolarmi' anch'io, di scappare nel mezzo dell'oceano.
E poi il libro ha aperto le sue pagine, mi ha trascinato in una carrellata di donne (l'ho capito che erano donne perché tutto era l femminile) alle prese con uomini più o meno bastardi, più o meno insensibili, più o meno fedifraghi.
I personaggi protagonisti, in questo libro per nulla gelido, si rincorrono nella loro solitudini, si incontrano inconsapevolmente, si strisciano dolcemente, costruendo uno spaccato di vita islandese formidabile.
Il libro inspiegabilmente brillante, avvincente, e ti consente di prendere fiato.
Ma ha una forza, che molti libri di donne non hanno.
Racconta il rapporto tra donne e uomini senza scadere nella lamentela ormai tanto comune alla società di oggi, al luogo comune di uomini stupidi, vanitosi e insulsi.
Racconta la fine di una società, in cui - dal punto di vista femminile - il rapporto a due è sempre più complesso e ingestibile, fino alla fine.
Ho visto le foto dell'autrice sulla rete. È biondissima.

 
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