mercoledì 2 novembre 2016

La chimica della bellezza

di Piersandro Pallavicini - Feltrinelli

Foglioni, tazzo, mulo, birla...!! Gli insulti hanno una nuova vita in questo libro.
Io sono uno di quelli, Pallavicini mi perdoni, che quando gli dicono 'Chimica' rispondo secco:
- Non ci ho mai capito un'acca!
Peggio ancora con la fisica, ma è meglio stendere un velo, avendo fatto lo scientifico.
Ma questo libro ha un potere insindacabile. Ti fa avvicinare a quella scienza ostica con una delicatezza formidabile, facendola diventare, dopo il sesso, la cosa più seduttiva al mondo.
Questa è una storia che narra di scienza sì, ma racconta la voglia di scoprire, la voglia di sapere. È una storia di illusioni e di fortissime delusioni. È una storia di affetti e amicizie, ma anche di competizione all'ultimo sangue, di invidie e di tradimenti.
È una storia seria, mica paglia.
Il protagonista, dalle turbe sessuali mica da ridere, segue il centenario dei centenari chimici italiani in una congresso misterioso in Svizzera, facendo da chaperon, autista, dog sitter, ma anche da persona di fiducia, amico, figlio e chissà che altro.
È un libro che altalena la narrazione con pagine sublimi di storia della chimica, dialoghi al limite del comico con sofisticati voli pindarici tra gli elementi scientifici.
È un libro straordinario, incalzante, riflessivo e causticamente ironico.
È un libro che ci racconta la bellezza, non solo della chimica.
È tutt'altro, per dirla alla Pallavicini, che una 'mitragliata sui foglioni'.


Pallavicini, se me lo consente, è un genio, forse della chimica, ma sicuramente letterario.
Una volta finito ti senti pronto - almeno tu, lettore che non sei altro! - per ricevere il premio Nobel per la chimica e prontissimo per cominciare a giocare con il sesso con il telefono.
Tempo finito. Vado, perché mi devo iscrivere al corso di laurea di chimica inorganica (o era organica?) e a potenziare il mio abbonamento telefonico.

 
Paperblog