giovedì 17 maggio 2018

Parlarne tra amici

di Sally Rooney - Einaudi

Questa è una storia di 'un'iniziazione'. Forse.
Sicuramente è una storia che non finisce, anzi che ne contiene più di una per aprirne altre, finali, assolute.
Se due giovani donne, dal passato comune e unite anche dall'amore, incontrano una coppia adulta, infarcita da presunta trasgressione e da benessere economico, capita che gli antichi equilibri e le convinzioni quasi consolidate e i rapporti di una vita saltino, aprendo nuovi scenari e nuove prospettive.
E' quello che succede appunto alle due intellettuali e performer, e in particolare a Frances, la meno attraente e meno seducente in apparenza, la meno sicura di sé.
E quindi il rapporto segreto che si intreccia tra la protagonista e il marito della coppia - bello e affascinante, beato lui! - ribalta tutte le convenzioni e suona, per Frances, come una sorta di iniziazione alla vita.
Tra alti e bassi, tra abbandoni e ripescaggi, tra sensi di colpa e false speranze, la storia si sviluppa con un linguaggio sobrio, immediato, diretto, anche se talvolta elementare, fino all'ultima pagina quando la protagonista sfida tutte le convenzioni e i pettegoli giudizi del suo mondo, scegliendo la sua strada verso una sua felicità.
Un'unica 'critica', mi si perdoni.
E' un libro giovanile, forse anche giovanilistico, anche un po' generazionale. In alcuni momenti, una vecchia carretta come me ha avuto qualche difficoltà non tanto a immedesimarsi, ma proprio a comprendere.

mercoledì 2 maggio 2018

Stella o croce

di Gian Mauro Costa - Sellerio

Avevo letto, a suo tempo, 'Yesterday', attratto più che altro dal titolo che riconduceva ai Fab Four.
A questa ultima fatica di Costa arrivo invece su suggerimento di Piero Dorfles, irraggiungibile alfiere della trasmissione 'Per un pugno di libri'. Dorfles, in ogni puntata della sfida letteraria per scuole superiori, suggerisce alcune letture e in una delle ultime puntate ha illustrato, con puntigliosa efficacia, questa storia, tracciando rapidamente una sorta di profilo dell'agente di polizia donna che è protagonista di questa indagine e che probabilmente non sarà l'ultima.
La vicenda si volge a Palermo, con protagonista una poliziotta giovane e spigliata e con tanta voglia di emergere e di crescere. L'agente viene coinvolta in un'indagine, fino a quel momento irrisolta, per un'amicizia di vecchia data e per la conoscenza di una giornalista in cerca di storie da raccontare.
È una storia incastrata tra tradimenti coniugali, donne lontane nel tempo, giovani trasgender alla ricerca solo di un po' di pace e la protagonista che fiuta nuovi indizi e, nel tempo perso, ricerca un fidanzato di là da venire.
Lo sfondo è Palermo, una Palermo insolita, fuori dai suoi cliché, piena di mare, di luci al tramonto, di tavolini di bar all'aperto e di profumi.
Una meraviglia, per gli amanti del genere.

giovedì 5 aprile 2018

Smile

di Roddy Doyle - Guanda

Un libro divertente. Sì, divertente, brioso, con lo stile tipico di Doyle sempre a metà tra attenzione sociale e il racconto sarcastico e caustico.
Sì divertente..., poi all'improvviso cominci a provare disagio, la narrazione tra una miriadi di flashback, dalla tipica storia di un'infelicità coniugale sterza vorticosamente sballottandoti dentro senza tanti riguardi, all'inizio senza neanche sapere il motivo.
Sì disagio, cominci a capire che qualcosa non va, che quelle occhiate del Fratello Preside non erano innocenti incoraggiamenti, ma inviti a qualcosa di più terribilmente doloroso, e di inaccettabile.
E quando compare, al pub, quell'uomo apparentemente venuto dal passato non riesci, fino alle ultimissime pagine, a dargli un ruolo, a capire se è proprio quello il suo nome, a riconoscere il suo passato.
La fine, racchiusa in pochissime essenziali pagine, è terribile, ti schiaffa in viso la dura realtà, la realtà inaccettabile e dolorosa, il male assoluto.
Roddy Doyle, da buon irlandese, figlio del suo paese cattolico e bigotto, si addentra con questo libro in uno dei tremendi mali della Chiesa di Roma, la pedofilia, lo stupro, le molestie sessuali ad opera dei cosiddetti 'educatori' riservate a piene mani ai poveri innocenti studenti impotenti.
Una storia sporca, questa, triste, vomitevole per la sua evoluzione narrativa. Una storia in cui giovani studenti si ritrovano a ricordare il male - almeno chi ci riesce -, per capire a un certo punto non c'è futuro dopo esperienze simili.
E la Chiesa, ancora oggi, mette la testa sotto la sabbia, protegge, o peggio, sta a guardare senza fare nulla.
Il viso del ragazzo sorridente in copertina strappa il cuore al genitore lettore, letteralmente...

mercoledì 4 aprile 2018

Marie aspetta Marie

di Madeleine Bourdouxhe - Adelphi

Il tema del femminismo, la questione della liberazione della donna, la sua emancipazione e la cosiddetta parità dei sessi: sono temi fondamentali per la crescita culturale, sociale e politica del nostro mondo, sempre alla ricerca di un po' di stabilità e pace.
Gli anni '70, allo 'scoppio' della questione femminile, mi hanno insegnato che da maschietto - con tutte le contraddizioni sulle spalle e i retaggi retrivi di un'educazione piccola borghese della metà del secolo scorso - appena ti accosti al problema (con tutta buona volontà) come la fai la sbagli.
Se sei un maschio femminista, oltre che a essere deriso a priori, invadi un terreno non tuo e corri il rischio di farti tranciare le mani, e non solo quelle..., dalla più fedele e ortodossa del movimento femminista mondiale.
Se invece fai il moderato, cerchi 'insieme' una sorta di terza via che cerchi di garantire tutti gli spazi possibile alla tua compagna di vita, e a tutto il genere femminile, affermando però che tu non puoi far scomparire nella spazio di qualche secondo tutto quanto volente o nolente ti è stato riversato addosso nei millenni precedenti, allora in questo caso corri il rischio di essere fulminato sul posto senza alcuna possibilità di sepoltura dignitosa.
Non parliamo di chi ancora oggi, poveri noi, ritiene la donna inferiore, madre e basta e vi risparmio tutte le battute e le convinzioni che un ometto dal cervello atrofizzato riesce ancora oggi a partorire.

Bene, dopo questo polpettone introduttivo, qualcosa sul libro, a mio rischio e pericolo, devo pur dirlo.
Un libro datato 1940 che affronta di fatto il tema dell'autonomia della donna e della sua autodeterminazione- -anche e soprattutto in campo sessuale - in un modo così spigliato e libero è di per se stesso un libro rivoluzionario.
Marie, la protagonista, si lascia cadere consapevolmente in un'avventura extra coniugale con un giovane e splendido studente conosciuto su una spiaggia. O meglio agganciato su una spiaggia.
La protagonista così afferma il diritto alle proprie scelte grazie a queste pagine straordinarie, provocatorie oltranziste e meravigliosamente rivoluzionarie.
Marie si compiace di quello che fa, non vive alcun senso di colpa, guarda in faccia la vita con un po' di supponenza e un po' di incoscienza, e gode delle sue scelte.
È un libro che apre le porte verso una luce intensa, chiude tutte le stanze dell'oscurantismo culturale, avvia discussione, scuote coscienze, incanala un fiume di lava incandescente sul passato.
Con una sottile ironia che condisce il tutto in modo gustoso.
Ma io sono un uomo, devo farmi da parte, stare al mio posto e, se possibile, tenere gli occhi bassi...

domenica 1 aprile 2018

Il romanzo della Nazione

di Maurizio Maggiani - Feltrinelli

Vivere di sogni è un’utopia.
Questa la frase del padre dell’autore - protagonista indiscusso - ormai sulla via del tramonto.
Ma è anche la sintesi di una volontà, di un desiderio, di una speranza assoluta.
È straordinario farsi condurre per mano in questo divagare tra storia e storie, tra nazione e famiglia, tra pubblico e privato, tra amore dolore, tra abbandoni e ricongiungimenti.
Il libro è una fotografia formidabile di una generazione (o più) che ha voluto e che ha saputo ricostruire e costruire un paese non solo per dovere di sopravvivenza ma soprattutto per una visione del futuro di una comunità. Tra barriere, dimenticanze, spinte propulsive, accelerazioni improvvise e cultura contadina.
Chi profuma per motivi anagrafici di quegli  anni può riconoscere, con facilità tra queste righe, figure familiari (padre, madre, fratelli, zii, nonni e tutto il mondo intorno), una comunità coesa e tutta concentrata su se stessa, in cui tutto era condiviso e tutto remava nella stessa direzione, aldilà delle opinioni del singolo.
Era un mondo fatto di ‘noi’ pieno di tanti ‘io’.
Il libro è magnifico, è un vero trasporto, un bellissimo sogno a occhi aperti, un viatico verso i ricordi, i pensieri, le nostalgie e la fine, di tutto.

mercoledì 28 marzo 2018

Nel più bel sogno

di Marco Vichi - Guanda

L'ammirazione e la fascinazione che provo per Vichi è infinita - e scusate l'enfasi.
I suoi libri, soprattutto la saga del Bordelli commissario, mi hanno da subito attirato in una ragnatela fatta di stile, nostalgia, giallo vero, storia e amori di vari tipo. Impossibile fuggirne.
La Firenze anni '60, tutta alluvione ribollita e vita in comune, l'Italietta tutta con un po' di soldi in tasca e con ancora forte il senso di solidarietà e di comunità e di sogno, i personaggi che si alternano e che ritornano in ogni fatica letteraria, gli amori, la vecchiaia che avanza, le donne sempre più giovani e sempre più belle, le lotte, la voglia di cambiare, i ricordi della guerra e la voglia di riscatto..., ogni nuova avventura di Bordelli è densa e colma di questi ingredienti. Che Vichi, da grande chef della parola, amalgama tutti perfettamente impiattando, a tavola, una prelibatezza degna dei migliori ristoranti stellati.
Questa ultima fatica bordelliana è, come posso dire, faticosa.
Per tre motivi.
Il primo perché Bordelli è alle prese con tre (che poi diventano quattro) omicidi, uno in fila all'altro senza possibilità di prendere fiatoche mettono a dura prova le capacità investigative del commissario, sempre di più coadiuvato dall'ormai prossimo laureando Piras.
La seconda perché la lettura stessa è faticosa. O meglio è un po' troppo allungata su se stessa, diluita, se si può dire, in continue finestre che - mi perdoni Vichi, la prego... - ci si perde e in cui talvolta si ritrovano alcune ripetizioni.
La terza perché la fidanzata o quasi, la 'consulente' Rosa, il generale Fucilieri o come si chiama realmente, Dante, Diotivede e chi più ne ha più ne metta rubano 'troppo' spazio, troppa energia e troppa attenzione portando il libro a oltre 600 pagine che, francamente, ritengo un po' eccessive.
Sembra quasi una sorta di sfida che Vichi intraprende, per dimostrare le sue infinite capacità e mostrare i muscoli narrativi a qualcuno o qualcosa.
Le mie naturalmente sono solo illazioni, possibilità interpretative che qui dalla mia scrivania milanese azzardo.
L'amore (letterario, intendiamoci, sono sposato con figli...) sconfinato che provo per questo autore mi permette comunque un'affettuosa, e personalissima, critica a un libro che rimane comunque un'avventura  piacevole, un viaggio straordinario e l'ennesima riprova dell'eleganza e della formidabile capacità letteraria di Marco Vichi.

 
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