venerdì 12 giugno 2020

La pista

di Anne Holt - Einaudi

Copertina anterioreI gialloni scandinavi hanno tutti un fattore comune: fa freddo cane, sempre.
Ma a parte questo, quando li leggi, ti devi aggirare sempre tra quelle città un po' lugubri, tetre, in cui i rapporti umani sono sempre rarefatti, distanti, spesso ostili. Anche senza motivo.
Io non so se lassù si vive proprio così, ma sicuramente queste atmosfere rendono, almeno ai miei occhi, la narrazione affascinante e piena di intrigante curiosità.
E' bellissima la storia dell'avvocato Selma Falck - a quanto pare la prima indagine di una futura serie - che si deve destreggiare tra doping, campioni di sci di fondo, vecchie storie e pazzi che vivono sotto un viadotto della tangenziale. Ma si deve anche muovere per il proprio riscatto economico e professionale.
In fondo questo giallo ghiacciato come pochi è la storia più che altro del riscatto di una donna che ha visto il fondo della propria vita dopo gli anni dei successi e della felicità personale e professionale.
E' l'apologia, e la giusta difesa della teoria, che tutti, più o meno, abbiamo a disposizione una seconda possibilità se la prima è andata a farsi benedire. E' un messaggio di speranza: se si è sbagliato, se si è causato dolore, se si è fatto del male, si può fare un secondo giro.
Ecco, questa è la differenza di questo giallo che viene dal grande nord. Si racconta il male, si descrive la sofferenza, si pratica la vendetta più violenta, ma si respira in fondo aria di riscatto e, almeno qui, di perdono.
 
Paperblog