martedì 11 agosto 2020

2084 La dittatura delle donne

di Gianni Clerici - Baldini+Castoldi

L'ammirazione assoluta per Clerici impedisce, a volte, di essere obbiettivi. In questo caso non ce n'è proprio bisogno, l'adorazione letteraria è infinita. Anche se con un piccolo, sommesso e sussurrato ma.

Il mondo, assistite a tutte le brutture che potesse vedere, ha deciso di archiviare (e dimenticare) i suoi primi millenni di vita a guida totalmente maschile per lasciare spazio alle donne, in tutto e per tutto, relegando gli uomini a puri comprimari del mondo, utili solo ai lavori pesanti e a qualche svago.
La storia, vista da una famiglia fatta di madre, figlia e gatta femmina, si arrotola con eleganza sull'arrivo di una nipote che ha qualche caratteristica particolare e che lascerà spazio a qualcosa di profondamente innovativo. Forse.
Da maschietto ormai sulla via del tramonto la lettura risulta un po' inquietante, fa aumentare la sudorazione delle mani e rende la bocca più secca di un fiume nel deserto del Sahara.
Ma ha un suo fascino, non solo letterario e stilistico.
Prova a mettere in discussione uno status quo ormai stantio, proponendo non tanto soluzioni, ma un incubo quasi peggiore del presente.
E senza strizzare l'occhio al facile consenso di chi legge, soprattutto della parte femminile.
Il finale è talmente realistico che l'inquietudine, se possibile, raggiunge tassi ineguagliabili.
L'unico ma sono quelle pagine finali, un po' faticose.
Ma lo dico solo perché nulla è perfetto a questo mondo.

 
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