giovedì 15 settembre 2011

Il re dei giochi

di Marco Malvaldi - Sellerio

Il ritorno del barrista, dei quattro vecchietti rompi....., della banconista dal fascino consolidato, l'odore della pineta che circonda il BarLume. Tutto questo permette al lettore di perdersi lievemente in una storia gialla fresca, pungente e divertente.
Questo è l'ultima fatica della saga noir di Malvaldi, nella sua Toscana terribile e pungente.
Una storia che partendo da un incidente stradale, incrocia dolori e politica, preti e missioni, amori e tradimenti, paternità e mancanze d'amore, fino a cascare in un finale veramente inatteso.
Malvaldi con questa storia si riprende tutta la sua freschezza letteraria che mi sembrava perduta nella sua seconda avventura di provincia.
Il libro infatti, pur mantenendo tutta la sua leggerezza e ironia, presenta una storia 'gialla' di tutto rispetto, un intricarsi di vicende che solo alla fine trova uno sbocco logico e umano.
I quattro vecchietti sono irresistibili nel loro quotidiano contraltare al protagonista/detective che deve, almeno per toglierseli di torno, risolvere per forza un caso complicato.
Una vera questione rimane aperta alla fine del libro. Ritroveremo la bella Tiziana anche nelle prossime puntate della saga del barrista oppure verrà veramente sostituita da qualcun'altra?
E poi: continuerà la saga toscana?
Ai posteri l'ardua sentenza.
E ai presenti altri libri, in mancanza d'altro...

lunedì 5 settembre 2011

La luce nelle case degli altri

di Chiara Gamberale - Mondadori

A volta mi faccio tirare per i capelli in letture che la mia pancia cerca in tutti i modi di impedire. E ogni volta che ci casco la mia pancia, devo riconoscerlo, rivela una sensibilità e una conoscenza straordinarie, ricordandomi di darle più retta.
Questo libro, nonostante il successo, le lusinghe di critici e lettori, gli apprezzamenti dei molti, è una accozzaglia di inutili e francamente noiosi ritratti di personaggi inverosimili, che si rincorrono su e giù per le scale di questo insipido condominio, entrando e uscendo dagli appartamenti.
Il tutto è talmente paradossale, inverosimile e palesemente costruito, che le pagine diventano degli scogli insormontabili, delle sfide impossibili per ritrovare logica e serenità nella lettura.
Io non abbandono mai per definizione, e per bolla papale, la lettura di un libro. Non posso pensare di avere nella libreria un libro morsicato a metà, senza pelle oppure mezzo ammuffito.
Ma la conclusione di questa immane opera dell'inutilità è stato un parto con allarme e complicazioni diffuse.
La bambina, poi donna, prima felice, poi orfana, poi carcerata, alla ricerca del padre, ma poi anche della madre, si aggira tra passato, presente, passato prossimo, l'altro ieri e cinque anni fa.
Il lettore deve quasi prendere appunti per riuscire a seguire il filo logico (logico?), e non riesce ad affezionarsi a nessuno.
Se l'intento era sfidare il lettore in una gara ad ostacoli tra pagine e caratteri tipografici, bene l'autrice ci è riuscita.
Se invece si voleva scrivere un libro, bene, l'obbiettivo non è stato raggiunto.
Poi il libro, con tutto il rispetto per l'autrice, ha avuto e sta avendo un grande successo e quindi, probabilmente, sono io che sono sempre meno in linea con quanto sta accadendo nel mondo, e quindi anche nel panorama letterario.
Di dimettermi anche da lettore per ora non ne ho voglia, e quindi chiudo l'ultima pagina con infinita liberazione e comincio a passeggiare con i polpastrelli le coste dei libri non ancora apertri e conosciuti.
Perché ogni libro nuovo è un nuovo sogno.

domenica 4 settembre 2011

Il gioco degli specchi

di Andrea Camilleri - Sellerio

Camilleri ci ha preso gusto. O meglio Montalbano se la sta godendo. Ormai ogni episodio della sia ricca vita investigativa lo si vede accompagnato da donne che fanno innamorare in ordine di importanza, il commissario, Vigata tutta e il lettore che sogna a occhi aperti.
Questa è la volta di una torinese gambalunga e fascinosa, in caccia di Montalbano che, nonostante spesso ragioni con il basso ventre, questa volta non si fa incantare e dipana una matassa veramente intricata e infingarda.
Questa puntata della saga siciliana riconcilia il lettore con gli eroi di Vigata, con il suo autore, che a volte ci trascina in storie meno brillanti - come dargli torto? - con tracce narrative più scontate.
Qui ritroviamo la vera storia gialla, ricca di imprevisti, con colpi di scena, e un Montalbano al massimo delle sue capacità investigative e di sciupafemmine.
Bella come il sole questa puntata, come quello che picchia in Sicilia trecento giorni all'anno.

Purché una luce sia accesa nella notte

di Patrizia Zappa Mulas - Et al.

La vita è una racconto che non tutti sono capaci di condividere. Patrizia è capace di farlo, almeno per chi conosce quei tempi, quei luoghi e a volte quelle persone.
Questo è un libro di racconti, ma soprattutto di ricordi, lontani, di un mondo che non c'è più e di una Milano ormai persa in qualche banca o ritrovabile momentaneamente in qualche spot pubblicitario.
E i ricordi, bellissimi come sempre, si rincorrono, si accavallano, si intrecciano tra fantasia, realtà, storia e volontà.
I racconti più nostalgici e quindi quelli più affascinanti, sono quelli di San Siro - poche pagine per ricordare momenti di un'adolescenza ormai lontana - e 'Piazza Fontana' con la scuola di danza alla Scala, le sfide che comportava frequentarla, i motivi di un abbandono, con sullo sfondo la tragedia della bomba alla banca e la relativa perdita di un'innocenza a spese di una consapevolezza sociale più alta.
Gli altri due racconti sono momenti recenti, storie di viaggi, di ritorni, di incontri ormai dimenticati.
La Zappa è una sorpresa ogni volta che la si incontra.
Andate sul sicuro.
 
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