mercoledì 28 maggio 2014

Jimi Hendrix. Le immagini, i manoscritti e le canzoni

di Janie L. Hendrix - White Star

Un volo pindarico nel variopinto e psichedelico e artistico del più grande dei chitarristi che la musica moderna abbia mai conosciuto. Con la tristezza nel cuore, visto che ci ha lasciato troppo presto.
Librone gigantesco, con bellissime fotografie del musicista nei diversi concerti e non solo, accompagnate dalle foto dei manoscritti originali delle canzoni e da didascalie intelligenti.
Il tutto raccolto dalla sorella.
Non è un libro da leggere, ma solo una porta verso il passato per guardare da vicino cosa era Hendrix, e sognare cosa poteva diventare dopo quei pochi anni di performance in giro per il mondo e quei pochi dischi che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della musica.
Chiuso il libro, ci si può buttare a riascoltare i suoi dischi, i suoi suoni distorti e la sua voce calda e e profonda.

martedì 27 maggio 2014

Correva l'anno del nostro amore

di Caterina Bonvicini - Garzanti

L'amore eterno, l'amore che unisce, l'amore che allontana, l'amore che odia, l'amore che sparisce...tutto ciò in questo un po' noioso libro cascatomi letteralmente addosso in una visita in libreria.
E quindi l'ho ascoltato. È stato lui a scegliermi e quindi non ho potuto rifiutarmi.
Ma il segnale non è dei migliori.
Se i libri noiosi e un po' scontati mi scelgono, se i libri all'acqua di rose e malamente romantici mi cercano, vuol, dire che io sono così?
Preferisco non pensarci, e decidere in totale autonomia dittatoriale che i libri che mi scelgono sono quelli che sono attratti dal loro opposto. I libri 'leggeri' si scelgono lettori intellettualmente elevati, profondi e formidabilmente intelligenti. Sennò chi li comprano?
Ma a parte questa inutile diatriba tra libri, cervelli e il sottoscritto, questo romanzo è una sorta di racconto per fasi dell'amore più o meno consumato tra due bambini che diventano adolescenti, e come spesso capita, anche adulti.
Un amore contrastato, tra opposti ceti sociali, e prove di riscatto, tra decadenze familiari e arricchimenti più o meno leciti.
Non si prova simpatia per nessuno dei due protagonisti nella narrazione, anzi si sente salire lungo la schiena un fastidio crescente a mano a mano la storia si racconta.
Poi finisce, come tutte le cose del mondo, e si tira un sospiro neanche di sollievo. Solo di libertà.
Bella la villa della famiglia della protagonista femminile, mi ha fatto sognare, almeno lei...

giovedì 1 maggio 2014

Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti

di Andrea Vitali - Rizzoli

Ci sono strani segnali in questo libro di Vitali che mettono in allarme il fidato e fedele lettore delle opere del dottore lacustre di Bellano. Strani e inquietanti.
Non vorrei che fosse il successo, non vorrei che il cambio d'autore (il colosso Rcs che sicuramente 'impone' di più della Garzanti in forte crisi), non vorrei che la voglia di gigantismo imperversi e renda tutto più complicato, ma questo è il primo libro di Vitali che ho faticato a concludere, che mi ha annoiato alla morte e che mi ha fatto fare una serie di domande su qual è l'obbiettivo dell'autore.
Il libro è lunghissimo, non finisce mai, ha una storia contorta e intrecciata fino alla morte, cosa che la rende non solo un po' inverosimile, ma soprattutto quasi incomprensibile.
Troppe vicende che si intrecciano, troppi flashback senza avviso che compaiono, troppi personaggi minori che arrivano e se ne vanno, troppi nomi, troppo tutto.
E siccome probabilmente Bellano comincia a stare stretto, qui ci si avventura fino a Monza e Lecco, si coinvolgono personaggi 'di fuori', si allargano gli orizzonti, perdendo quella freschezza che quasi tutti i libri di Vitali ci ha garantito.
Per questo mi domando dove l'autore vuole arrivare, anche grazie al salto di qualità dell'editore, che forse ha altre ambizioni, non solo economiche.
Vediamo cosa succede nei prossimi, sperando che non sia prestissimo.
E' meglio che Vitali si faccia un po' più attendere, pena un'inflazione bellanese poi irrecuperabile.

Blues d'autunno

di Santo Piazzese - Sellerio

Forse è la sua forza, forse è il suo limite, ma Piazzese - che compare sulle scene editoriali solo ogni tot di anni - è una folgorazione ogni volta che lo si legge, un faro in una notte di nebbia con mare in tempesta. Strabiliante.
Questa è una prova letteraria breve e folgorante, che ci fa conoscere meglio il detective/ricercatore La Marca, alle prese questa volta non con casi di cronaca intricati e insoliti, ma con il suo passato di studente, raccontato in un incontro casuale, a un vecchio compagno di studi.
Il ricordo va ai suoi studi biologici sui tonni, ai suoi divagare su un peschereccio per analizzare i pesci, al suo improvviso sbarco su un'isola abbandonata da dio e dagli uomini, in cui vive una comunità di 'stravaganti' (così vengono definiti dagli abitanti del luogo originali) che vengono da 'fuori' e che popolano l'isola in modo eccentrico e misterioso.
Aldilà della conclusione infingarda, il libro si sviluppa in una corsa al passato bellissima, struggente, cordiale.
E' bellissimo farsi condurre dallo stile meravigliosamente asciutto e autorevole di Piazzese tra le braccia dei ricordi, del passato che non c'è più, tra gli anni di formazione di una giovane vita.
I personaggi che si alternano - folli, sfuggenti, cialtroni, belli, eleganti oppure inutili - ci permettono di essere presenti su quello scoglio, in quegli anni, come se vivessimo in  prima persona gli eventi, come se partecipassimo.
E' confortevole leggere Piazzese, ma soprattutto questo libro.
Ti fa sentire vivo e ti racconta, dal di dentro, che comunque la tua vita lascia un segno nel mondo. Bello o brutto che sia.


 
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