mercoledì 24 settembre 2014

I clienti di Avrenos

di Georges Simenon - Adelphi

A volte Simenon scrive 'in trasferta' e il risultato - se possibile - è l'aumento dell'angoscia, dell'assurdo. In questo caso la tragedia si consuma in terra turca.
Tanto angoscioso e tanto insopportabile questa ennesima storia della solitudine, che trasloca velocemente nella commedia dell'assurdo, per dinamica e per i protagonisti.
Come sempre il protagonista si ritrova stritolato in un meccanismo di vita che forse non sceglie, che forse non vuole ma che non riesce a mutare.
È una storia a Istanbul che si trascina senza capo né coda e che vede protagonista una sorta di 'inutile' funzionario dell'ambasciata francese che trascina le sue scarse volontà, e le sue insoddisfazioni, tra una giorni perduti, amori irrisolti, e costrizioni sociali.
Se possibile, è uno dei romanzi più angosciosi e strazianti del genio belga, all'insegna dell'ineluttabilità della vita umana e dell'incapacità cronica di ribellarsi agli eventi che si rincorrono.
Faticoso, molto faticoso, disturba, ti mette all'angolo e ti fa fare tante domande dentro di te.
E brutto, un brutto romanzo che vuoi scacciare via dal tuo comodino il più velocemente n possibile, per ritrovarsi altrettanto velocemente tra pagine più rassicuranti e con qualche luce in fondo al tunnel.
La fine drammatica del libro, con quelle pagine 'dimenticate' che concludono la fatica letteraria, sono quanto di più cinico che si possa pensare.
Ho bisogno di una doccia...

lunedì 15 settembre 2014

Il memoriale di Yalta

di Palmiro Togliatti - Sellerio

Cinquant'anni esatti dalla morte di Togliatti, e la commemoriamo con la rilettura del memoriale, terminato di scrivere il giorno prima di morire.
Un breve testo che non è il classico 'testamento' politico, ma che è una riprova della grande capacità di analisi politica del segretario del Pci, la grande esperienza e visione e che va contro alle tesi che era un burattino in mano al Pcus.
In queste poche pagine emerge tutta la consapevolezza dell'indipendenza dei partiti comunisti da Mosco, delle vie al socialismo che devono essere tracciate e difese localmente, dell'autonomia delle scelte di ogni partito.
E poi la determinazione (a torto o a ragione) - all'epoca all'ordine del giorno - della politica di Pechino, definita avventuristica e deviazionista, oltre che di fatto espansionistica e imperialistica.
Uno scontro tra le due linee, tra due colossi che si contendevano, Urss da una parte e la Cina Popolare dall'altra, non solo l'egemonia ideologica nella sinistra, ma anche quella territoriale, soprattutto sui paesi del terzo mondo asiatico.
Il linguaggio del libro è bellissimo, sostanziale, netto, senza alcun fronzolo stilistico.
È un salto in un passato che non c'è più, che ci fa ancora di più storcere la bocca a quello che l'oggi ci butta in faccia regolarmente.
Che tristezza...

martedì 9 settembre 2014

Beatles

di Ernesto Assante e Gino Castaldo - Laterza

Lezioni, vere e proprie lezioni per l'esame di Beatles 1, ecco cosa sono queste pagine frutto di una serie di conferenze tenute a Roma a opera dei due menestrelli dell'informazione, Assante e Castaldo.
Di Beatles so tutto, anzi ne so più io di loro quattro messi insieme, ma ogni volta che un nuovo libro compare sul mercato, io lo compro, lo leggo e lo digerisco.
Questo - sembra strano, ma è così - è diverso da tutti gli altri, anche se la sua struttura è quella consueta, disco per disco. Ma ha qualcosa di insolito, che rende tutto molto piacevole.
Ogni disco è inquadrato da una piccola introduzione storica (politica e sociale) e da una sorta di anticipazione in pillole di quello che si leggerà dopo.
Ma soprattutto ogni 'lezione' è infarcita non tanto di aneddoti e chissà quale informazione mai rivelata prima, ma da angolature differenti, notizie che si leggono con un occhio molto più attento.
Non riesco a capire - bisognerebbe rileggerlo un'altra volta, forse - se è una questione stilistica (i due sono giornalisti, non sono i soliti scrittori mancati che si buttano sule 'biografie' perché non sanno partorire un'idea una) e quindi hanno una narrazione sul campo, oppure perché la passione verso i Fab Four dei due autori è talmente immensa che riescono trasferirla tra le righe rendendo tutto piacevole e di interesse.
Ma soprattutto per perché il leit motiv di tutto il libro è mostrare al lettore perché 'tutto' è iniziato grazie al quartetto inglese. Punto.
Comunque l'operazione, per nulla facile, di raccontare i Beatles oggi è una di quelle sfide che pochi possono raccogliere.
Si è scritto tutto, si è detto tutto, si è filmato tutto (tra poco arriva anche il documentario di Ron Howard), si è visto tutto. Chi si avventura in un'impresa simile o è pazzo o ha talmente la fora della ragione per costruire operazioni editoriali come questa che ci allieta i cuore leggendola e che ci fa comprendere ancora una volta dell'immensa grandezza, musicale e sociale, dei quattro di Liverpool.

martedì 2 settembre 2014

Intervista immaginaria con Karl Marx

di Donald Sassoon - Castelvecchi

Allora, l'operazione è molto azzardata, soprattutto perché avviene a opera di un allievo del grande Hobsbawn, che ci ha da poco lasciati. Molto azzardata e al limite del sacrilego.
E infatti mi sembra un puro divertissement, senza alcun obbiettivo né storiografico né di revisione politico-filosofico-economica.
Sono pagine che si leggono in un fiato, prevedono una qualche conoscenza delle opere del grande pensatore, qualche infarinatura di tutto quanto è sinistra e un po' di humour, anzi molto.
'Marx' si abbandona a commenti postumi, sull'evoluzione della storia, sulle lotte per un mopndo migliore, si picca di puntualizzare che di 'dittatura del proletariato' lui, ne ha parlato pochissimo e che di comunismo anche.
Tutte cose che sappiamo benissimo, che aggiungono un po' di pepe al dibattito e che aumentano quella sorta di tentativo di recupero teorico e politico al quale stiamo assistendo da un po' di tempo a questa parte.
Poveri untorelli...ma a quanto pare il fallimento del capitalismo sta cominciando a riproporre domande su nuove forme di organizzazione dello stato e dell'economia. Ben arrivati!!!!
Dopo di che questa operazione editoriale lascia il tempo che trova, è un po' inutile, non avvicina a Marx chi non lo conosce e anzi lascia un po' di amaro in bocca a chi ha visto il pensatore tedesco come un punto di riferimento serio e non come una protagonista di una romanzo d'appendice.
Voto contro e non mi piace.

lunedì 1 settembre 2014

Questa non è una canzone d'amore

di Alessandro Rebecchi - Sellerio

È un bel giallo questo, credo d'esordio. C'è una bella storia, il messaggio sociale, la Milano che si conosce, la tv trash e schifosa che ci ammorba tutti i giorni, le donne e gli uomini. Un bell'intreccio e un bel finale. Ma c'è un ma...
C'è una scelta in questo libro, narrativa intendo, che contesto con la massima forza. Una scelta che mi ha quasi portato ad abbandonare il libro, cosa che mi è
successa veramente poche volte nel mia misera vita di lettore insaziabile.
Ogni frase, ogni riga è una battuta, forte e divertente o sottile ironia. Ogni cosa è oggetto di scherno o dissacrazione, come se l'autore non avesse la forza di vivere, dal punti di vista letterario, con le semplici parole che sono cascate sotto le sue dita.
Provate a leggerlo e mi dite.
Soprattutto la prima metà e oltre, è un fuoco di fila di battutine, ironie, caustiche osservazioni, continui rimandi a temi comici.
Insopportabile.
Poi ero in vacanza, decisamente più rilassato, con un sacco di tempo da riempire grazie alla pioggia continua e alle nubi basse che ricordavano la nebbia novembrina, e quindi sono riuscito a digerire il tutto.
Nell'ultimo terzo del libro, come se l'autore si fosse reso conto, questo atteggiamento diminuisce, piano piano, rendendo il finale - ricco di suo - piacevole e appassionante.

La strada verso casa

di Fabio Volo - Einaudi

Sarà che l'età che avanza mi 'costringe' a frequentare gente ormai molto più giovane di me, sarà che un po' per lavoro e un po' per curiosità innata i 'fenomeni' sociali li voglio conoscere e capire, sta di fatto che mi sono fatto convincere (con un ebook però...) a leggere un libro a caso del grande autore bresciano. Mi piace un po' di autolesionismo, ma solo un po'...
La storiella rimane in piedi per carità, con i fratelli che si amano/odiano come nel 99% delle famiglie, con il decesso del padre che devasta gli equilibri, con il lavoro che si perde, con i 'cervelli' in fuga, con l'insopportabile presenza delle donne che non sanno cosa fare...
Veramente c'è tutto quanto di scontato esiste nella vita di tutti giorni.
Tutto, condito e infarcito con una narrativa e un linguaggio semplicesemplice, schiacciando in continuazione l'occhiolino al lettore e al marketing. Insomma una furbata.
Per carità, tutto degnissimo, tutto appropriato, senza particolari 'sbrodeghezzi' direbbe il papà Ginzburg. Ma c'è proprio poco tra queste pagine.
Questa è l'ultima fatica di Volo, non ho letto gli altri, e non intendo farlo, se non sotto minaccia armata da parte di qualche gruppo terrorista di qualche angolo del mondo.
Credo di non essere in target, credo di essere fuori dai suoi referenti, credo che la vita sia un'altra cosa, e soprattutto debba essere narrata in un altro modo.
A ciascuno il suo, scriveva Sciascia.
Ecco.
 
Paperblog