di Maurizio de Giovanni - Einaudi
Sono circondato da gente che mi chiede "ma hai letto De Giovanni, eh? Ma l'Hai letto?". Che dovevo fare, alla fine l'ho letto.
Allora, mai letto prima un concentrato di psicopatologie in un solo uomo, come il commissario Ricciardi. Un uomo che, piuttosto che aggirarsi per i vicoli di Napoli alla ricerca di delinquenti e assassini, dovrebbe raccontarci, pagina per pagina, le sue sedute psicanalitiche, con la speranza che servano a qualcosa.
Le indagini di Ricciardi si divincolano nella capitale campana, nel ventennio di fosca memoria, ritmate da momentanee visioni di morti ammazzati che il solo funzionario di polizia vede.
Questo è il primo libro della serie, faticoso, appesantito da momenti onirici, da una misoginia paradossale, da una solitudine assordante.
Non so se mi piace o no, non so se continuerò la lettura della saga - che è già arrivata a cinque libri, credo - ma so di per certo che il fascino per questo autore è ai minimi termini.
E non mi ha fatto nulla...
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