lunedì 25 maggio 2015

Allmen e le dalie

di Martin Suter - Sellerio

Non riesce proprio benissimo questa ultima avventura del nostro nobile decaduto e spiantato Von Allmen. Sta un po' poco in piedi. Si salvano solo le atmosfere decadenti e un po' bruciacchiate degli alberghi zurighesi e l'affettuosa amicizia dei collaboratori dell'investigatore del mondo dell'arte.
Le Dalie, di nome e di fatto, e i fiori ritratti tra cornici ormai sbeccate, sono un'espediente narrativo un po' ammuffito, poco seduttivo.
Manca nel libro un elemento centrale, un motivo serio per cui si pianificano e si realizzano azioni criminali.
È vero che siamo comunque tra facoltosi rappresentanti del genere umano, ma anche i ricchi, oltre a piangere, devono avere dei buoni moventi per buttarsi nella massa bue del furto e della ricettazione.
Qui non c'è, è un po' tutto annacquato, tutto un po' casuale, tutto il frutto di un'iodea originaria che non è mai narrativamente decollata.
Rimane, come ho detto, l'aria che si respira, un po' decadente ma sempre ricca di voglia di riscatto, di interessi, di cultura e di conoscenza.
Il libro si fa leggere, si fa finire e si dimenticare in libreria.

giovedì 7 maggio 2015

Fantasmi del passato

di Marco Vichi - Guanda

Straordinario viaggio tra passato e presente che Marco Vichi ci regala con eleganza e formidabile fluidità. Io invidio (e ammiro) Vichi, ha la scrittura perfetta.
Il Bordelli, ormai ritornato stabile nelle file della polizia di stato dopo quel che è successo e che ha fatto nelle fatiche precedenti - io non dico nulla, chi li ha letti lo sa, chi non li ha letti si arrangia... - si ritrova un caso per le mani fatto di un pacato mistero, di incroci e parentele come ingredienti di un frullato dai mille gusti, di donne bellissime e anche di più, di profumi intensi e puzzo di marcio lontano un miglio. Sullo sfondo - bellissimo! - di una Firenze indaffarata negli acquisti di Natale e di studenti che incominciano ad agitarsi in vista dell'imminente '68.
Ma come in tutti i racconti dell'autore toscano, il caso da risolvere è solo un pretesto per accompagnarci verso altri viaggi, personaggi, considerazioni e affetti.
Bordelli in questo libro ha pensato bene di circondarsi di un personaggio curioso - il colonnello -, che fa da ponte verso il suo passato ma anche che stimola - se ce ne fosse bisogno - il commissario stesso verso un passato fatto di nostalgia e di voglia di riscatto.
E poi c'è l'amore, perduto, da ritrovare, forse ritrovato e nello stesso tempo sempre più distante.
Il tutto, ma proprio tutto, dalle malinconiche poesie della madre di Bordelli/Vichi, per caso ritrovate in mezzo a qualche fotografia.
Questo libro è una miscela esplosiva di sensazioni e di richiami, avvince ma soprattutto ti culla in un mondo passato, ricco di fantasmi e di ossessionante realtà.
In questo secondo weekend di maggio sono a Firenze per farla vedere ai miei bambini (strana coincidenza...). Mi guarderò intorno per vedere se Bordelli sarà in giro, se la sua Eleonora (visto che è bellissima e affascinante) si paleserà nel centro storico oppure - forse con qualche probabilità in più - se incontrerò l'autore stesso. Non per farsi un sefie (grrr...) o per avere una dedica, ma solo per uno scambio di occhiate di intesa 'letteraria'.
Leggete Vichi, poi starete meglio.


 
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