lunedì 29 giugno 2009

Dammi mille baci

di Eva Cantarella - Feltrinelli

E' il secondo 'episodio' di questa viaggio nel tempo e nell'amore di Eva Cantarella. Prima l'antica Grecia, ora la Roma dell'impero, la Roma Caput Mundi.
Un viaggio insolito, nei meandri sì delle 'regole' sociali affermatesi tra gli uomini e le donne dell'epoca, ma soprattutto un viaggio nelle mentalità, nelle culture e nelle consuetudini di un popolo violentemente maschile, in cui le donne avevano però un ruolo centrale.
Un mondo che aveva portato all'eccesso 'il bel vivere', che aveva compreso fino in fondo il concetto del piacere, e che non si faceva sviare da morali bigotte. A spese naturalmente delle donne coinvolte (mogli o prostitute che fossero), oppure dei protagonisti coinvolti nelle avventure omosessuali (schiavi, servi o uomini liberi che fossero).
Il libro è ricco di citazioni di famosi poeti e narratori, di 'case history' dell'epoca, e di racconti.
Sfinisce un po' nonostante il fascino che trasuda da ogni pagina.
Non so, c'è qualcosa che non funziona.

giovedì 25 giugno 2009

technorati

qdwsipu24k

Il treno dell'ultima notte

di Dacia Maraini - Rizzoli

Il treno come protagonista di un libro. Il treno come luogo di incontro, di racconto. Il treno come luogo di meditazione, di speranza, e di illusione.
Il treno come viaggio nella storia.

E quindi i campi di concentramento, le speranze della rivoluzione ungherese sedate nel sangue, le illusioni di un’ideologia sotterrata dalla bassezze dell’uomo, le tensioni della guerra fredda, l’amore conservato nel tempo che si infrange contro il dolori di una vita. E’ un libro buio questo. Tutto sembra avvenire nella penombra, nel freddo. Non ha luci.
Ti lascia alla fine con una tristezza in più, con una quota di maggioranza di dolore e di disillusione. Ufff, non ti aiuta proprio!!!
E dopotutto un libro con una protagonista che si chiama Amara la dice lunga..
qdwsipu24k

martedì 23 giugno 2009

ReadingList 6 - Solstizio d’estate

E’ arrivata anche quest’anno, almeno come calendario, anche se il tempo rimane strano. L’estate ha aperto le sue braccia, ha allontanato la primavera e, sgomitando, si piazza al centro del palcoscenico con fare arrogante e ingombrante. E i libri, la letteratura, la narrativa, la celebrano, usandola nei modi più disparati, anche abusandone. Io ho scelto alcuni libri che hanno la sola caratteristica di avere la parola ‘estate’ nel titolo (tranne uno...). E’ un modo per celebrarla, per raccontarla, ma anche per deriderla, per diffidarne, per averne paura. E’ una ReadingList impegnativa, faticosa, dura da stare insieme. Ho scelto otto libri otto. Tre gialli (va molto l’estate nelle teste turbate degli assassini), due classici che più classici non si può, due di autori moderni e una guida.

Assassinii estivi Delitto di mezza estate è uno dei libri della saga dell’ispettore Wallander. Ed è uno dei libri di Henning Mankell che conferma che la letteratura cosiddetta gialla ha ormai raggiunto, e talvolta superato, in qualità e in stile, la narrativa classica da molti ritenuta ancora di serie A. Questa è la storia di un serial killer che uccide per un desiderio incontrollabile di negare la fine della felicità e la sua conseguente delusione. Un tema non banale, soprattutto in un mondo come quello nordico freddo e distante. I libri di Mankell sono lunghi, per nulla tetri, per nulla volgari e violenti quel tanto che basta. L'editore è Marsilio. Dalla fredda Scandinavia alla torrida Grecia e alla soffocante Atene. Immagino che molti conoscano il commissario Charitos, il Montalbano ellenico. Molte le sue indagini fin’ora pubblicate, ma questa, l’ultima che ho letto io, ha un che di insolito, inquietante. La lunga estate del commissario Charitos, di Bompiani, è un mix perfetto tra crimine, politica e informazione. E tutti e tre non fanno una bella figura. Si narra di un sequestro di una nave, a bordo della quale c’è anche la figlia del commissario, e di una serie di delitti che avvengono sulla terra ferma. Splendide, come sempre, le atmosfere, così come l’ironia e la nostalgia. L'autore si chiama Petros Markaris. E per non farci mancare nulla, ecco L’estate del mundial (edizioni Tropea) di Colaprico e Valpreda. Il maresciallo Binda, alle soglie della pensione, è alle prese con due casi in parallelo: il primo relativo alla morte di Roberto Calvi, il secondo per la morte di una ex-soubrette. Si narra di una Milano anni ’80, che, è un paradosso, ormai non c’è più.

Nostalgie estive
Di Alberto Vigevani abbiamo già parlato. Il suo Estate al lago (Sellerio), è una storia tra le due guerre, di un giovane adolescente del lago di Como e delle sue vacanze a cavallo tra l’adolescenza e la maturità. Sono vacanze estive all’insegna della scoperta del sesso, dell’amore, dell’amicizia, della sofferenza e dell’abbandono. E l’atmosfera anni ’30 che fa da sottofondo è un meraviglioso collante alle vicende talvolta banali, ma spesso intense e ricche di avventure. E’ perfetto per sognare un po’ e per rivivere sensazioni ‘ormai sopite’. Conoscete William Trevor? No? Male. Sono belli i suoi libri, e scusate la banalità, scritti bene. Morte d’estate è, per quanto abbia letto io, il migliore. E’ la storia di un lutto, improvviso, che rende vedovo il protagonista, con relativa figlia a carico. Ma la storia, che sembra all’inizio fatta solo di dolore e solitudine familiare, prende a un certo punto una piega inaspettata, virando velocemente verso le tinte di giallo, nuove presenze e con assassinii. Il libro è pubblicato da Guanda.

Classici estivi E come dimenticarsi di Edith Wharton e del suo Estate (La Tartatruga)? Una storia tra solitudine, voglia di riscatto, amore e società perbenista repressiva. Il tema caldo della critica a una società chiusa e bigotta torna anche in questo lavoro ‘minore’ della Wharton. Il libro cattura, ti fa schierare, ti aiuta a prendere le parti. Leggerlo fa bene. E poi uno dei più grandi, Cesare Pavese. La bella estate (Mondadori) è un racconto che ci coinvolge nel passaggio all’età adulta di una adolescente. Una giovane ragazza di orgini umili che improvvisamente viene a contatto con un gruppo di studenti eternamente fuoricorso, pittori sfaccendati e intellettuali di mezza tacca. Con loro prenderà visione della vita reale e delle sue illusioni.

L’ultima segnalazione è lontana anni luce dalle sue sorelle qui sopra. L’estate è anche vacanza, viaggi e guide. E’ quindi d’obbligo uno sguardo, sicuramente molto meno ‘impegnato’, a Un giorno viaggiando...The Lonely Planet story. E’ la storia di Maureen e Tony Wheeler, i fondatori della famosa casa editrice di viaggi che oggi è sempre di più il punto di riferimento di chi vuole conoscere il mondo ‘girando’. Ricordi, incontri, aneddoti, avventure, persone, luoghi: il tutto frullato e versato nel bicchiere del lettore senza troppi complimenti. Pubblicato da Edt.

venerdì 19 giugno 2009

Non vi lascerò orfani

di Daria Bignardi - Mondadori

Dopo le prime 60/70 pagine l'unico pensiero che avevo era: ma perché? Perché ha scritto un libro così? Dopo ho capito, e credo molto bene.
Due le chiavi interpretative che individuo in questo libro.
Prima - Il libro della Bignardi è un pellegrinaggio. Ma non un pellegrinaggio di festa, dove si viaggia, si prega e si è sintonia con Dio. No, un pellegrinaggio in cui si si deve espiare tutte le colpe, tutti gli errori, tutte le 'cattiverie'. Un percorso per rendersi puri, in cui si soffre. E' una sorta di 'autofustigazione' virtuale che si attiva spesso dopo la morte di un congiunto, in particolare dopo la perdita dei genitori. E' una sorta di risoluzione finale. E il rapporto conflittuale che la Bignardi descrive nelle sue pagine lo conferma.
Seconda - Quando se ne va tua madre per sempre, almeno così l'ho vissuta, hai voglia di ricordare. Tanto. Tutto. E allora apri cassetti, riguardi foto che non ricordavi di avere, riallacci rapporti con parenti dimenticati, parli del passato con fratelli. Tutto serve a far rivivere la tua vita passata con chi ormai non c'è più. Ti fa sentire bene parlarne, ricordare.
Questa seconda interpretazione ha salvato il libro ai miei occhi.
Lo sapessi fare, lo farei anch'io.
Il libro è molto asciutto, lascia poco all'emozione. E' questa la sua forza.

mercoledì 17 giugno 2009

Noi che abbiamo fatto La dolce vita

di Tullio Kezich - Sellerio

"I significati sono tanti. Il cuore del film, tradotto in parole povere, eccolo qua. Vogliamo avere un po' più di coraggio? Vogliamo piantarla con le fregnacce, le illusioni sbagliate, i qualunquismi, le passioni sterili? E' tutto rotto. Non crediamo più a niente. E allora? Tutto questo detto molto virilmente, senza nostalgie, senza sentimentalismi".
Questo un brano di un'intervista a Federico Fellini riportata dal libro, circa un anno prima dell'uscita del film. Parole violente, che tra l'altro trasudano modernità in modo preoccupante.
Il libro è un racconto dettagliato della preparazione, degli inghippi, dei litigi prima del film, della sua realizzazione. Ma anche delle reazioni (violente) dopo le sue prime proiezioni. Il tutto condito con informazioni postume, aggiunte in questa edizione, tramite notizie raccolte ma soprattutto interviste a decine di anni dall'uscita del film.
Ma è soprattutto un diario di come è nato questo capolavoro del cinema onirico felliniano.
Bisogna conoscere bene il film per stargli dietro. E' forse il suo unico difetto.

domenica 14 giugno 2009

Jane Eyre

di Charlotte Bronte - Garzanti

Sfinito da cotanta letteratura moderna, dalla sua debordante presenza, ogni tanto devo riprendere fiato rifugiandomi nel classico, che più classico non si può.
Jane Eyre, libro di punta di una delle sorelle Bronte, è uno splendido propellente in tempi di crisi come questi.
I tempi del drammone ci sono tutti. Maltrattamenti, orfanotrofi, abbandoni, amori irrealizzabili, fughe, stenti, lacrime e passioni. Ma il libro è un costante riscatto, un continuo spronare il lettore, al quale la scrittrice si rivolge direttamente, a non mollare mai, a vedere sempre il meglio dietro al male, a non perdere mai la speranza.
E infatti l'eroina (sempre di donne si parla...) trova sempre un aiuto, un lavoro, un'amicizia, un'eredità che la rende ricca e finalmente corona il suo sogno d'amore.
E il finale è chiaro, definito: e vissero felici e contenti.
Splendido, anche se, secondo me, molti non saranno d'accordo, Jane Austen è imbattibile.

venerdì 12 giugno 2009

Passami il sale

di Clara Sereni - Rizzoli

Evoluzione naturale di un’utopia? Narrazione di una sconfitta? Storia di un’illusione?
Qu
esto libro è uno splendido esempio letterario di cronaca di vita vissuta. Clara Sereni, scrittrice, si trova coinvolta nelle vicende politiche della sua città, diventando vice-sindaco in una giunta di sinistra. E dopo due anni perde. Il libro è la narrazione di un tentativo, apparentemente sconfitto, di gestione della cosa pubblica in modo pulito, democratico e con quello spirito di servizio che dovrebbe essere alla base di ogni cittadino prestato alla cosa pubblica. E’ il racconto di una delusione sì, ma soprattutto è un inno a non mollare, a non farsi sedurre dalle false promesse di chi vende fumo, a non voltare pagina saltando sul carro dei vincitori.
Parole forti, in un momento di buio politico e di sconfitte a ripetizione.
Se volete vedere di che pasta sono fatte le donne ‘pulite’ allora leggete questo libro.
Anche per avere ancora una speranza, sebbene piccola.

lunedì 8 giugno 2009

La ragazza del secolo scorso

Di Rossana Rossanda - Einaudi

Chi approccia questi libri che raccontano esperienze politiche tra le file comuniste del secolo scorso, in genere si aspetta un'abiura, una dichiarazione di resa, un arrendersi su tutti i fronti. E rimangono, molto spesso, delusi.
Rossana Rossanda è parte della storia del nostro paese, la parte migliore. Una donna che per tutta la vita ha letto, studiato, lavorato e combattuto per una società più giusta, diversa, migliore.
Questo libro è il racconto, dettagliato e talvolta freddo nella sua essenzialità, della sua esperienza politica, delle lotte intraprese, delle crisi in corso d'opera, delle sconfitte.
E' la storia di un impegno che trasale le necessità e le ambizioni personali.

Ma soprattutto, come dicevamo, non è una resa. Anzi è una conferma. Con la forza della ragione e del tempo che passa.

sabato 6 giugno 2009

ReadingList 5 - Arrivano i nostri

Il 6 giugno è l’anniversario (65 anni ormai) dello sbarco in Normandia. Un evento che ha di fatto dato l’inizio alla sconfitta del nazi-fascismo e al ripristino graduale della libertà in gran parte dell’Europa. A fianco delle diverse forme di lotta clandestine che ogni paese ha saputo al suo interno organizzare.
Il tema della guerra è sempre stato oggetto di racconti, scenario di storie più o meno affascinanti, accompagnata da una saggistica ricca e corposa.
Io ho scelto libri lontani dalle urla editoriali. Libri intimi, che raccontano storie, vere o inventate, che si sono sviluppate e terminate prima, durante e dopo gli anni bui del peggiore conflitto che la storia ha conosciuto.

Avete mai letto Legami e conflitti (lettere 1931-1965) di Alberto e Giovanni Pirelli, Archinto editore?
E’ una raccolta epistolare tra il padre Alberto e il figlio Giovanni Pirelli.
E’ la storia di una frattura, di una differenza sostanziale, di una lontananza generazionale.
E’ la storia di scelte che a un certo punto divergono, come spesso capita tra padri e figli, anzi che scelgono direzioni opposte. Ma è anche uno sguardo acuto e variegato di trent’anni di storia politica italiana.

La guerra e le sue spaventose aberrazioni, come l’olocausto. Siamo abituati a vedere questo scempio dell’umanità, almeno chi non ha avuto coinvolgimenti personali e familiari, dal di fuori, come un ‘fatto’ storico. Non conosciamo le storie personali, i drammi dei singoli.
Due libri, di cui uno famosissimo, ci danno una prospettiva più intima, familiare di questa vergogna.
Il primo è proprio Se questo un uomo, Einaudi, libro racconto dell’arresto e della prigionia in campo di concentramento di Primo Levi. Una storia atroce fatta di sorprusi, torture, psicologiche e non, persecuzioni, lotte per sopravvivere. Una storia che ci fa toccare con mano quali drammi i perseguitati hanno dovuto subire. Eppure questi racconti sono di una freddezza, di una lucidità che lasciano sgomenti. Un dramma che si è poi concluso, parecchi decenni dopo, con il suicidio dell’autore. Il libro è bellissimo, da far leggere ai propri figli, per non dimenticare, mai.
Il secondo è Destinatario sconosciuto di Catherine Kressmann Taylor, Rizzoli, un libretto gustoso che narra della storia di un’amicizia interrotta dall’inizio delle persecuzioni razziali in Germania. Due amici che improvvisamente si ritrovano su fronti opposti. Il libro è straordinario anche perché ci accompagna alla fine con una sorta di vendetta che mette tutti a tacere.

Suite francese, Adelphi, è un volume che riunisce due dei cinque romanzi che l’autrice Irene Némirovsky intendeva scrivere e che non riuscì causa il suo arresto e relativa deportazione al campo di Auschwitz. Il primo in particolare ha una capacità fotografica di raffigurare la realtà narrata. E’ la storia dell’esodo dei parigini a pochi giorni dall’arrivo delle truppe naziste. E ci riporta con esattezza le sofferenze, le pochezze, le angosce di una multitudine di uomini e donne alla sbando e terrorizzata. Ma indipendente dai racconti singoli, il volume ci riporta una scrittura formidabile e rarissima.

E Il casellante di Andrea Camilleri, come sempre Sellerio, ce lo dimentichiamo? Una storia d’amore totale, che annienta un uomo pur di seguire, e non perdere, la propria donna. Una storia d’amore che si aggroviglia con lo sfondo dello sbarco degli alleati in Sicilia. Non perdetevelo, mi raccomando, vi riconcilia con la vita e con la voglia di vivere.

La Storia di Elsa Morante, da Einaudi, è un esempio di letteratura. Punto.
Una storia familiare che attraversa tutta la guerra e non solo e che ci presenta ‘un’eroina’ dei tempi moderni alle prese con violenza, sorprusi, difficoltà quotidiane, stenti. Con una figura su tutti, Useppe, bimbo nato dalla violenza subita dalla donna a opera di un tedesco. Questo libro è la Storia.

E per ultimo Il giardino dei Finzi Contini, Mondadori, storia di un amore, eccessivo e struggente come solo quelli giovanili sanno darci, con il dramma delle deportazioni che si avvicina, pagina dopo pagina, in modo inesorabile. Giorgio Bassani è stato un autore meraviglioso e ci ha raccontato pezzi di storia come pochi hanno saputo fare.

E poi ce ne sono tanti altri. Il paese dei mezarat di Dario Fo, Treno 8017 di Alessandro Perissinotto, ma anche i libri di Piero Chiara, di Andrea Vitali di...

giovedì 4 giugno 2009

Lessico famigliare

di Natalia Ginzburg - Einaudi

Di questo libro (classe 1963) si è scritto di tutto e di più. Io, povero untorello di pagine, non posso certo aggiungere nulla di originale.
Ma voglio comunque far riflettere su due aspetti fondamentali dell'opera di Natalia Ginzburg.
Il primo è il vero e proprio lessico utilizzato in famiglia. Un padre un po' padrone e un po' clown che coniava e inventava parole e frasi per definire e descrivere situazioni, sentimenti, atteggiamenti, difetti. Era tranchant nei suoi giudizi ma, come rivela la stessa autrice nel libro, 'una di quelle frasi o parole ci farebbe riconoscere l'uno con l'altro, noi fratelli, nel buio di una grotta, fra milioni di persone'. Un forte elemento d'identità e di coesione, che poche famiglie hanno.
Il secondo si lega allo scenario politico e sociale dell'epoca. E quindi le leggi razziali, il fascismo, le persecuzioni, la prigione, le fughe.
E' un libro difficile da commentare, da raccontare. Ma facilissimo da amare.
Da leggere con/far leggere ai propri figli.
 
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