giovedì 30 aprile 2009

The Beatles 1967

di Giampiero Orselli - Auditorium

Fare classifiche non ha senso. Farle delle canzoni ancora meno. Farle delle canzoni dei Beatles impossibile. Anche Obladi-Obladà è un opera d'arte (dai, scherzo!).
Questo gustoso libretto raggiunge due obbiettivi di non poco conto. Da una parte ci prende per le orecchie e ci porta violentemente nella Londra eccitante e scoppiettante del 1967 raccontandoci cosa sta accadendo, dal punto di vista sociale ma soprattutto artistico, cinematografico, musicale. Per esempio ci racconta l'incontro galeotto di John con Yoko Ono che portò più tardi a sconvolgimenti straordinari.
Dall'altra ci mostra, quasi con una videocamera, i cinque giorni che servirono a comporre (e qui si ritorna alle classifiche...) una delle più belle canzoni che i Beatles abbiano mai scritto e cantato: A day in the life da Sgt Pepper's.



Una sorta di suite, con pezzi composti separatamente dal duo Lennon-McCartney e incollati, e una partecipazione tuonante di un'orchestra di 90 elementi, in un clima di follia creativa straordinaria.
E' per gli amanti del genere, intendiamoci.
Ma lasciatevi prendere per le orecchie una volta tanto...

martedì 28 aprile 2009

Narratori delle pianure

di Gianni Celati - Feltrinelli

Ricordate un certo Calvino? Ricordate i suoi voli letterari nel mondo dell'irreale e del surreale che tanta realtà ci davano?
Bene Celati lo richiama un po'. In particolare in questo libro, che è del 1984 - una vita fa ormai - l'autore si assume il ruolo di 'raccoglitore di storie', di tramandare racconti e favole dalla valle del Po. Da ovest a est, il Grande Fiume ci riserva grandi storie, grandi racconti, generati, alimentati e in continua mutazione grazie al passaparola.
Sono storie un po' assurde, surreali, a volte senza capo né coda, a volte senza finale.
Ma sono storie dolci, sottilmente educative, alcune palesemente tristi.
Il libretto si legge velocemente e lascia un buon sapore in bocca alla fine, e anche tanti pensieri buoni per la mente.

giovedì 23 aprile 2009

ReadingList 2 - Giornata del libro

A ben vedere la giornata del libro dovrebbe cadere tutti i giorni, ma tant’è.
Peraltro, in un paese dove solo il 7% della popolazione legge almeno dieci libri l’anno, dove le librerie cosiddette indipendenti faticano ad arrivare alla fine del mese, una giornata del genere è da tenere stretta e da coccolare.
E per celebrare la giornata ecco alcune indicazioni che parlano di libri, di lettura, dell’arte di leggere. Insomma libri che parlano di se stessi.
Il primo, straordinario solo per il nome dell'autore, è la Febbre dei libri, di Alberto Vigevani, edito da Sellerio. Vigevani era uno dei più fecondi e curiosi bibliofili italiani. Non è una autobiografia in senso classico; è un viaggio nel tempo e nella passione delle passioni: la ricerca spasmodica di libri rari, antichi e impossibili.
Sono righe ricche di fascino e di sogno, inframezzate da una sottile ironia ma anche da un buon e raffinato umorismo. Da non perdere.
Con un salto mortale carpiato plurimo arriviamo a Leggere Lolita a Teheran, di Azar Nafisi da Adelphi. E' sì un atto d'amore per la letteratura; è sì passione sconfinata per il bel leggere; è sì una disquisizione intellettuale e raffinata su autori e su testi; ma è anche una denuncia fortissima di chi crede che basti avere una convinzione per imporla ad altri. Una editto contro tutti i fondamentalismi, contro tutti gli oscurantismi religiosi, contro tutti quelli che vogliono fermare il mondo, senza neanche porsi il problema di scendere. Un punto di riferimento.
E vogliamo dimenticarci dei bambini e soprattutto dei loro genitori? Con Se una mattina d’estate un bambino Roberto Cotroneo, Frassinelli editore, scrive al figlio sull’amore per i libri. E’ un modo straordinario di cercare di trasmettere una passione necessaria come il leggere a un bambino. Alcuni spunti sono interessanti come i suggerimenti di lettura. Delizioso.
Un giallo-rosa, veramente seducente, è Morte in libreria di Carolyn Hart, sempre di Sellerio. La forza di questo libro, e la sua originalità, è la leggerezza delle sue pagine, nonostante il delitto, e il fascino sublime della sua protagonista. Oltre a una serie di segnalazioni letterarie di genere che sfrucugliano il lettore curioso. Elegante.
Il parnaso ambulante di Christopher Morley, ancora di Sellerio, è invece un viaggio nella provincia americana, realizzato con un carrozzone trainato da cavalli pieno di libri, in vendita. E’ un viaggio tra gli uomini, ma anche un viaggio tra l’amore dei libri, da trasmettere. Bellissimo.
E per finire una chicca di recente pubblicazione. Noi due come un romanzo, di Paola Calvetti, da Mondadori è il classico libro, per chi ama leggere e sogna un vita tra righe stampate. E’ un romanzo ‘sentimentale’, non solo per la storia d’amore che lo monopolizza, ma anche perché è un inno alla passione dei libri, al vivere di libri.
Un’improvvisa eredità catapulta un signora della Milano di oggi nel mondo sconosciuto del commercio editoriale. E proprio nella libreria avviene un incontro impensabile che cambierà la vita dei due protagonisti. Anche se la struttura epistolare non è tra le mie preferite, in questo libro è una forza positiva che trasmette un crescendo formidabile fino alla degna conclusione della vicenda. Romanticamente sognante.

mercoledì 22 aprile 2009

Le campane di Bicetre

di Georges Simenon - Adelphi

Fermarsi, almeno per un po'. E 'grazie' a una malattia.
Fermarsi e mettere tutto in discussione.
Un uomo si veglia in ospedale dopo il classico colpo, e grazie ai giorni di degenza, si accorge di non essere più come prima. Un uomo famoso, pubblico, che frequenta i salotti, che dirige giornali. Un uomo di potere. E l'autore ci racconta la sua degenza.
Un Simenon che come sempre mette in discussione l'uomo e il senso della vita, questa volta è durissimo con il suo protagonista, non gli lascia scampo, lo distrugge pagina dopo pagina fino - la punizione finale! - a farlo guarire, ributtandolo nella mischia.
Il senso dell'uomo, il senso della vita. Quesiti cosmici, quasi irreali.
Che freddo!

giovedì 16 aprile 2009

Passate col rosso

di Roberto Tumminelli - Baldini Castoldi Dalai

E' bello riconquistare il proprio passato attraverso il racconto di altri. E' bello perché nel tuo piccolo 'ti senti narrato', ascolti una storia che hai vissuto in prima persona, di cui sei stato in parte protagonista.
Questo libro ci paracaduta con lo smaterializzatore di particelle di Star Trek negli anni '70, ci racconta quegli anni straordinari di intenso impegno e di grande partecipazione politica che di fatto hanno cambiato il paese.
Con racconti, pareri diversi, cronologie utilissime e una formidabile parte a metà tra la storia e la narrazione che ci permette di 'vedere' ogni cosa. E di capirla, ancora, se ce ne fosse bisogno.
Non è un libro per reduci. E' un libro per i più giovani.

ReadingList 1 - Anni ’70, anni veramente formidabili

Sono passati ormai 34 anni da quell’aprile 1975, a Milano.
Da poco più di un mese la maggiore età era stata abbassata agli odierni 18 anni, e la Dc aveva ormai il fuoco sul collo di un imperante Pci ormai ‘quasi’ totalmente sdoganato e in odore di compromesso storico.
Era la sera del 16 aprile quando Claudio Varalli, studente medio militante del Mls (la formazione politica frutto dell’evoluzione del Movimento Studentesco) viene assassinato brutalmente con un colpo di pistola al capo nella centralissima piazza Cavour da un fascista. Il giorno dopo si svolge una grande manifestazione, ricca di tensione e rabbia, che culmina con l’assalto alla federazione del Msi e con scontri intensissimi. Giannino Zibecchi , militante dei Comitati Antifascisti, viene orribilmente schiacciato da un camion dei carabinieri.
Per chi volesse approfondire, oppure per chi volesse tornare indietro negli anni, oppure semplicemente per chi non c’era e volesse sapere, segnalo un libro straordinario, Passate col rosso, di Roberto Tumminelli, uno dei fondatori del Movimento Studentesco.
Un libro straordinario perché con tre anime. La prima ci consente di inquadrare il quadro politico e istituzionale e la neonascente strategia della tensione; la seconda che lascia spazio al racconto in prima persona dei diversi fatti accaduti (e qui che nostalgia!!); la terza che invece apre le pagine a testimonianze, riflessioni e messaggi.
Per chi volesse approfondire ulteriormente, il sito pernondimenticare.net arricchisce i racconti con fotografie, filmati e documenti dell'epoca e di oggi.

Ma gli anni delle lotte che hanno rivoluzionato il paese (che idealmente partono da ben prima il ’68 per arrivare al 1977) hanno una ricca pubblicistica, di qualità, e quasi tutta ‘dal di dentro’.

Formidabili quegli anni, di Mario Capanna, è una sorta di Bibbia del periodo oltre a essere una puntuale cronistoria degli eventi. Naturalmente dal punto di vista del Lider.
Sempre di Capanna, più ‘accogliente’ per il lettore, è Lettera a mio figlio sul sessantotto. E’ un libro che libera lo scrittore dalla narrazione cronologica, lasciando pagine fertili per commenti, valutazioni, prospettive.
Insolito e autobiografico è invece Lettere da una città bruciata, di Erri de Luca. Utilizza la forma epistolare, che personalmente non amo, ma che in questo caso rende il libro molto intimo in cui la politica si guadagna un posto al sole, con grande dignità.

Due pillole ulteriori. La prima è A casa, di Guido Viale, sul ’68 e i primi anni settanta a Torino dalle file di Lotta Continua. La seconda è un meraviglioso esempio di fare storia, anche di sé, trasportando il lettore in un'epoca tanto complessa, ma tanto viva. In Piove all'insù viviamo invece gli anni settanta con gli occhi dello studente 'che fa politica', senza dimenticare i drammi personali, gli amori, le amicizie, i compagni che sbagliano...

martedì 14 aprile 2009

Il pane di ieri

di Enzo Bianchi - Einaudi

Un libro che ci trascina. Un libro che ci abbraccia. Un libro che ci fa piangere. Un libro che ci dà speranza. Un libro che ci travolge.
Un libro che intorno ai quattro 'comandi' - fare il proprio dovere a costo di crepare; non esagerare; non prendersela, il dolore va addolcito; e quindi “non mescolare le cose”, ci racconta un tempo ormai andato ma che ci ha lasciato blocchi di granito di sapere e d'amore.
E, mi perdonerà Enzo Bianchi, noto priore della Comunità di Bose, e pellegrino del sapere e del conoscere, la fede,
in questo libro, è puramente incidentale. Almeno per un vecchio ateo come me, che comunque continua essere affascinato da chi vede la 'luce'.
Un libro, un viaggio, nel passato ma anche nella semplicità, nell'essenzialità.
Ci si sente bene quando lo si è finito.

ReadingList

Di ritorno da questo ponte pasquale, ho deciso di aggiungere un nuovo 'gioco' a questo archivio di pensieri e note sul leggere, l'unico 'hobby' che posso coltivare con intensa continuità e sommo piacere per la mente.
E' un gioco innocente, un divertissement letterario, che intende aiutare quei quattro disperati che leggono queste pagine nella scelta di libri che io ritengo di qualità, interessanti, divertenti; insomma belli da leggere.
La rubrica, che avrà, spero, cadenza settimanale (ma se anche non sarà così non sarà un dramma!) intende suggerire alcune ReadingList che prendano spunto da quello che sono le scadenze e le ricorrenze della settimana che è appena iniziata, ma anche dagli spunti che emergono nel periodo (cronaca poca, dibattiti sui temi tanti...).
Io non ho la versione moderna della biblioteca d'Alessandria, soprattutto faccio altro di mestiere e quindi il mio leggere, sebbene intenso, trova il suo sfogo nei ritagli di tempo tra il lavoro, il riposo notturno e lo spazio 'obbligatorio' quotidiano per i miei squali. Ma soprattutto è totalmente random, e quindi senza nessun obbiettivo particolare.
Quindi, sempre in teoria, ogni lunedì, comparirà sul questo spazio, una reading list (che si chiamerà ReadingList, guarda che fantasia) che indicherà qualche scelta, qualche orientamento.
Con una promessa: come è mio stile, concentrerò in poche righe tutto quanto penso sia interessante e utile in merito a tale libro, senza sbrodolamenti finti intellettuali né pretese di fare un lavoro che non è il mio.
Solo un gioco, ma spero ben fatto.

giovedì 9 aprile 2009

Non avevo capito niente

di Diego De Silva - Einaudi

Avete presente quando inavvertitamente, bevendo, vi versate l'acqua sulla maglia? Ecco questo libro è così. Un continuo sbrodolamento, non sta al suo posto, fa annegare il lettore nel marasma delle note a margine che sono di fatto l'ottanta per cento delle pagine. Riducendo la storia, a volte divertente e a volte noiosa, a poche pagine.
Il personaggio protagonista si contorce per tutto il libro in un continuo andirivieni tra logica e follia, tra lavoro vero e finto, tra realtà e sogno.
Non mi piace questo libro, non mi diverte per nulla, e se l'autore voleva fare 'l'originale', ci è riuscito completamente. Nel peggio.
E pensare che le prime pagine mi avevano affascinato.
Mah, come tutto, anche leggere è un'azione che deve essere conclusa per tirare le somme. Chi si ferma agli incipit è fottuto!
 
Paperblog