venerdì 28 novembre 2014

Morte di un uomo felice

di Giorgio Fontana - Sellerio

Gli anni passano e quello che era, a torto, un eterno presente diventa passato, quasi già storia.
Questo libro ti butta indietro, in un'epoca - sono passati quasi quarant'anni ormai - che necessariamente ti sei buttato alle spalle, sebbene ancora difficile da digerire.
Ricordo molto bene la mattina in cui il giudice Alessandrini è stato assassinato, a Milano, in mezzo alla strada - credo zona viale Umbria, ma non è fondamentale il luogo - in modo barbaro e, come sempre, traditore e vigliacco.
Il libro è straordinario perché si tiene alla larga dall'indagine in sé, non entra nei meandri investigativi, non è - perdonatemi la terribile esemplificazione - un giallo.
L'autore ci conduce nella conoscenza dell'uomo, delle sue crescenti angosce, del suo impegno familiare, delle sue crisi esistenziali e politiche, ci trascina dentro la sua personalità, raccontandocela.
Una prova di forza, questa dell'autore. Senza cadere nelle banalità qualunquistiche tipiche di certe analisi o racconti su quel periodo.
Un libro intimo, estremamente intimo, che ci sbatte in faccia la realtà privata, sempre trascurata dalla pubblica indignazione.
Bellissimo.

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