Avete presente cosa significano e cosa portano la tristezza e la solitudine, quelle vere, senza se e senza ma? Ecco, bravi.
Se invece non ne avete idea, se pensate che in fondo la tristezza sia un sentimento dalla facile risoluzione e che la solitudine si combatta scendendo in una piazza affollata , ecco, questo libro fa per voi. Nel senso che vi farà cambiare idea con una velocità e con una violenza veramente formidabili.
Leggere 'Stoner' è un po' come aprire un libro di Simenon. Si casca, rotolando e senza alcuna possibilità di appendersi a qualche appiglio di fortuna, in un mondo in cui il proprio ruolo nel mondo è stabilito da un ineluttabile destino che non può che essere subito, dove non è 'possibile' ribellarsi, sterzare a destra o sinistra, fermarsi, correre.

Le parole, il clima, la narrativa e il ritmo sono profondamente tristi, incapaci di scuotere il protagonista. Tutto è intriso di abbandono, di trascinato senso della solitudine, di infinita sconfitta.
Si ha un momento di sollievo nel finirlo, si cerca subito con gli occhi qualcosa di bello, di amorevole, di sorridente.
Ci si vuole scuotere di dosso tutto questo peso che opprime la mente e schiaccia il cuore.
Finalmente libero, di corsa verso una bella risata ristoratrice!
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