mercoledì 11 gennaio 2017

Terapia di coppia per amanti

di Diego de Silva - Einaudi


"Per fare l'amante ci vogliono le palle, e la tua fidanzata non ce le ha, infatti si comporta da moglie, ecco tutto".

"Mi dispiace, - dice (Viviana). - Hai ragione ad arrabbiarti. È vero, ho sempre preteso troppo da te. C'è una parte di me che vuole darti la colpa di tutto...mentre io vorrei solo renderti felice".

"Modesto e io non siamo più dei semplici amanti... Che ci piaccia o no, abbiamo varcato un confine...Dobbiamo decidere cosa essere..."

Avviso agli amanti: attenti agli psicologi!
Chissà se esiste davvero una terapia psicanalitica per la coppia di amanti (clandestini), ma comunque la trovata di Da Silva è oltremodo geniale.

La storia si racconta a due voci, una al maschile e una al femminile, per un continuo cambio di visione del rapporto che Modesto e Viviana, i due protagonisti della vicenda, hanno da tempo avviato segretamente.
È un continuo contrasto tra chi vive il rapporto con più leggerezza e senza alcun progetto per il futuro (lui) e chi invece comincia a lamentare una sorta di vuoto e di esigenza che qualcos'altro accada (lei).
L'intervento dello psicologo - uomo, alle prese a sua volta con problemi di cuore - rimescola il menage, lo mette in discussione, lo rafforza.
Fino a una fine, per certi versi scontata e per altri inaspettata.
Una storia avvincente, ricca di sospesi e di virate improvvise. Una storia un po' surreale che però permette all'autore di raccontare il rapporto tra uomo e donna senza veli e con grande autorevolezza. Una storia paradossale e sottilmente comica.
Il libro è bellissimo e, se posso dirlo, appassionante. Mentre lo si legge, si vuole il più velocemente arrivare alla fine, come in un giallo, per sapere come va a finire, come la risolvono, la questione, cosa farà lui e cosa penserà lei, come si porrà lo psicologo e cosa faranno i rispettivi consorti (e figli) dei due amanti.
Modesto è un cialtrone fatto e finito, sboccato fino a quasi il fastidio. Ma molto trasparente. E con una bocca tagliente, ironica, caustica al limite dell'invidia.
Viviana è più sottile ed elegante, ma anche una grandissima devastatrice delle parti basse (almeno quelle maschili), credetemi. Di fatto è lei a condurre le danze.
Lo stile e il linguaggio - a parte qualche definizione, credo, tipicamente partenopea - sono molto milanesi - almeno così li ho vissuti. Per la dimostrazione che l'Italia, in fondo, ma proprio in fondo, è un paese molto più unito e 'uguale' di quanto sembri.
Complimenti a Da Silva, chapeau.
Per essere il primo libro ho letto nel 2017 devo dire che il segnale è promettente, molto.

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