martedì 11 agosto 2020

2084 La dittatura delle donne

di Gianni Clerici - Baldini+Castoldi

L'ammirazione assoluta per Clerici impedisce, a volte, di essere obbiettivi. In questo caso non ce n'è proprio bisogno, l'adorazione letteraria è infinita. Anche se con un piccolo, sommesso e sussurrato ma.

Il mondo, assistite a tutte le brutture che potesse vedere, ha deciso di archiviare (e dimenticare) i suoi primi millenni di vita a guida totalmente maschile per lasciare spazio alle donne, in tutto e per tutto, relegando gli uomini a puri comprimari del mondo, utili solo ai lavori pesanti e a qualche svago.
La storia, vista da una famiglia fatta di madre, figlia e gatta femmina, si arrotola con eleganza sull'arrivo di una nipote che ha qualche caratteristica particolare e che lascerà spazio a qualcosa di profondamente innovativo. Forse.
Da maschietto ormai sulla via del tramonto la lettura risulta un po' inquietante, fa aumentare la sudorazione delle mani e rende la bocca più secca di un fiume nel deserto del Sahara.
Ma ha un suo fascino, non solo letterario e stilistico.
Prova a mettere in discussione uno status quo ormai stantio, proponendo non tanto soluzioni, ma un incubo quasi peggiore del presente.
E senza strizzare l'occhio al facile consenso di chi legge, soprattutto della parte femminile.
Il finale è talmente realistico che l'inquietudine, se possibile, raggiunge tassi ineguagliabili.
L'unico ma sono quelle pagine finali, un po' faticose.
Ma lo dico solo perché nulla è perfetto a questo mondo.

venerdì 31 luglio 2020

Riccardino

Riccardino
di Andrea Camilleri - Sellerio

Questo libro è bellissimo.
L'ultimo atto di Montalbano è una lotta tra il 'vero' commissario (quello dei libri), quello 'finto' della televisione e quello che vorrebbe il suo 'autore un po' stufo' che purtroppo ci ha lasciato.
Quello 'vero' vorrebbe imporre se stesso, fare vedere come è veramente, come vorrebbe essere percepito, e apprezzato. Un Montalbano rispettoso delle regole, intelligente, duro e morbido alla bisogna, provinciale fino all'eccesso, lontano dalle ipocrisie del nostro mondo.
Quello 'finto', star della tv, conosciuto da tutti, soprattutto da quelli che non l'hanno mai letto e che  lo conoscono, quindi, molto poco. Una star dello spettacolo che ha stravolto, per certi versi, l'immagine 'vera' del commissario, facendo diventare un delitto in strada un set da film, con applausi, risolini e gli ormai onnipresenti selfie.
E poi c'è l'autore, da tempo stufo di tutto questo teatrino, che in questa bellissima storia, si infila, chiedendo lumi al suo personaggio preferito, anticipazioni, rivelazioni, ma che non esita, di fronte ai cadenti tentennamenti nelle indagini, a prendersi la scena anticipando le mosse del poliziotto.  
Tra un interrogatorio, un'indagine, una telefonata e una litigata con Livia, la storia si sviluppa, rotola con qualche deviazione, diventa appassionante e nello stesso tempo triste perché l'ultima.
Il lettore non dovrebbe saperlo che è l'ultima, perché la sua attenzione è continuamente distratta, con il pensiero a come alla fine Montalbano uscirà di scena. E' una lettura in continua tensione, in cui se non dovessi reggere il libro per la lettura, ti morderesti perennemente le unghie, ti gratteresti la testa, ti accarezzeresti la barba (per chi ce l'ha).
Montalbano è stanco, o meglio è stufo, massacrato dagli eventi, dall'autore, dalla tv, da Livia (quella poi...), dalla polizia, dal mondo intero.
Poi arriva la fine, come una liberazione e subito la sensazione di vuoto.
Con la commozione infinita per la scomparsa di Camilleri, con la tristezza per la perdita del commissario, e con un po' di amaro in bocca per quel finale lì...



venerdì 12 giugno 2020

La pista

di Anne Holt - Einaudi

Copertina anterioreI gialloni scandinavi hanno tutti un fattore comune: fa freddo cane, sempre.
Ma a parte questo, quando li leggi, ti devi aggirare sempre tra quelle città un po' lugubri, tetre, in cui i rapporti umani sono sempre rarefatti, distanti, spesso ostili. Anche senza motivo.
Io non so se lassù si vive proprio così, ma sicuramente queste atmosfere rendono, almeno ai miei occhi, la narrazione affascinante e piena di intrigante curiosità.
E' bellissima la storia dell'avvocato Selma Falck - a quanto pare la prima indagine di una futura serie - che si deve destreggiare tra doping, campioni di sci di fondo, vecchie storie e pazzi che vivono sotto un viadotto della tangenziale. Ma si deve anche muovere per il proprio riscatto economico e professionale.
In fondo questo giallo ghiacciato come pochi è la storia più che altro del riscatto di una donna che ha visto il fondo della propria vita dopo gli anni dei successi e della felicità personale e professionale.
E' l'apologia, e la giusta difesa della teoria, che tutti, più o meno, abbiamo a disposizione una seconda possibilità se la prima è andata a farsi benedire. E' un messaggio di speranza: se si è sbagliato, se si è causato dolore, se si è fatto del male, si può fare un secondo giro.
Ecco, questa è la differenza di questo giallo che viene dal grande nord. Si racconta il male, si descrive la sofferenza, si pratica la vendetta più violenta, ma si respira in fondo aria di riscatto e, almeno qui, di perdono.

venerdì 29 maggio 2020

Ottava puntata...

...e ultima.
Si conclude oggi la saga alpina che, nata da una cartolina vecchia come il cucco e ritrovata da una giovane ragazzina in un cantiere, approda dall'altra parte del mondo tra i monti lombardi, e porta un giovane apollo dai modi aggraziati e dall'animo sensibile.
Perché questo ci insegna, questa storia.
Che nulla è mai perduto, che l'amore trionfa (quasi) sempre e che la montagna è meglio del mare (e questo lo dico io, che sono l'autore e quindi sono autorizzato).
In queste pagine il maresciallo fa il regista, l'imprenditore edile fa l'attore non protagonista e qualcun'altro prende l'Oscar.
Tutto sempre e solo su www.paolobonizzi.com.
Un grazie a tutti i lettori della storia e anche ai semplici viaggiatori di rete che sono cascati tra quelle righe.


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martedì 26 maggio 2020

Il contratto

di Marco Vichi - Guanda


Durante la quarantena, come scrivevo la volta scorsa, sto riscoprendo alcuni libri che non sapevo neanche di avere (grazie anche a un trasloco in una casa più grande e quindi con i libri non in quattro file), ma non solo. Ho anche un po’ più di tempo per sfrucugliare in giro per la rete per scovare libri che mi ero perso.
Per ora in libreria non ci penso nemmeno di andare, almeno non in maniera strutturata. 
E gira di qui e gira di là, ho trovato un libro di Marco Vichi che mi ero perso - sacrliegio!
Come scrivo sempre, ho una vera passione per questo autore, che seguo da anni, anche oltre il commissario Bordelli.
E allora ho acquistato Il contratto. 
E’ un piccolo libretto, agile e compatto, che ci racconta la storia di un autore che non riesce a pubblicare quello che scrive (mi sembra di averla già sentita, questa…) e che un giorno viene approcciato da un signore che gli commissiona un libro e gli propone un contratto editoriale.
Il libro da scrivere, anzi da riscrivere con una chiave diversa, è la Divina Commedia del Dante nazionale.
Ma tutto è strano, le clausole impensabili, e soprattutto l’assistente, bellissima e seducente, che gli Uffici assegnano all'imprudente scrittore, è un amo che lo scrittore vorrebbe addentare ma che sfugge sempre. Ed addentare è un eufemismo.
Lo scrittore si perde, si ritrova, scrive come un pazzo in attesa di un premio immediato, e di popolarità e ricchezza dopo la pubblicazione.
Fino a una conclusione, tanto amara quanto grottesca.
Chi è l’editore che vuole questa nuova Commedia?
Chi è la meravigliosa assistente?
Cosa si fa pur di raggiungere il successo e la fama?
Bellissimo divertissement di Vichi. 
Stiamo tutti con i piedi per terra, mi raccomando.
E non solo durante la pandemia.



Settima puntata

Dove il giovane australiano appena giunto in valle, per prima cosa assolve all'impegno preso prima di partire.
Poi spariglia le carte di tutte le giovani ragazze del paese facendo arrabbiare i ragazzi del luogo e i giovani carabinieri della locale caserma.
Ma non è finita.
Senza saperlo, dà l'imbeccata al maresciallo Pandolfi che, grazie all'aiuto di un prezioso collaboratore, riesce a chiarire buona parte del mistero che ruota intorno alla famigerata cartolina.
Il Pizzo Scalino osserva, valuta, vigila e approva.
E tra una polenta e brasato e un po' di sesso ben assestato, ci si avvicina alla fine, dove tutto, ma proprio tutto, diventerà più chiaro.
Sono online i nuovi capitoli - dal 73 all'85 - di Una cartolina dal passato.
Sempre su www.paolobonizzi.com

domenica 24 maggio 2020

Sesta puntata

Finita la prima parte dello storico testo, inizia la seconda, quella in cui tutto succede, quella in cui tutto si dipana, quella in cui tutto si capisce. Almeno spero.
In questi capitoli - dal 57 al 72 - c'è un salto temporale.
Siamo a primavera dell'anno successivo ai fatti fin'ora narrati.
E alla stazione di Sondrio un bellissimo giovane uomo, alto e biondo, scende dal terno e cerca la stazione degli bus. Direzione Chiesa Valmalenco.
E il suo arrivo in paese mette sottosopra il piccolo centro.
La Silvana lo ospita, il maresciallo fa le sue conoscenze in circostanze rocambolesche, il BarCentro si agita e il Berardi si ingelosisce.
Tutto per la gioia delle montagne che grazie alla primavera ritornano a vivere.
Il tutto su www.paolobonizzi.com.

venerdì 22 maggio 2020

Giorni d'amore e inganno

Giorni d'amore e ingannodi Alicia Gimenez-Bartlett - Sellerio


Questo non è un libro recente, sembra abbia più di dieci anni. Campeggiava nella mia libreria da tempo ma chissà perché non l’avevo mai degnato di un’occhiata. Quando si cerca nella propria libreria un nuovo testo da leggere ci si aggira tra gli scaffali, si leggono le quarte di copertina o le coste con la sinossi, si leggiucchia qua e là qualche riga, si pilucca qualche pagina, rigorosamente in piedi, con la spalla appoggiata alla libreria.
E poi si sceglie e si parte.
Questo libro invece è stranamente rimasto nell’ombra, per anni...non ricordo neanche dove e quando l’ho acquistato.
Tant’è.
Una storia di donne, questa. Di donne in un villaggio ‘dorato’ che ospita le famiglie dei tecnici e ingegneri che lavorano alla diga in costruzione nel Messico isolato dal mondo. Donne che vivono una vita parallela, solitaria, con i mariti al cantiere e che rivedono solo nel fine settimana.
Si racconta principalmente di quattro donne, una diversa dall’altra, con storie altrettanto differenti, alcune addirittura di origine diverse.
Ma una di loro spariglia le carte e interrompe l’ideale clima del villaggio esclusivo.
E una a una, le coppie, scoppiano, come da copione. 
L’autrice ci prende gusto nella narrazione, altroché!, e ci trascina letteralmente nelle dinamiche di pensiero di ciascuna protagonista, nelle decisioni che a poco a poco vengono raggiunte.
In questi libri scritti da donne con protagoniste donne, da maschietto, ci si sente un po’ a disagio. Sembra sempre di essere dei voyeur, dei guardoni assatanati che sbirciano. Creando un’ansia spasmodica. E forse è proprio quello l’obiettivo.
Comunque, donne e uomini che siano, è una storia di presa di coscienza, porte che si chiudono per tutti per aprire, almeno per alcuni, dei veri e propri portoni.
Una storia di riscatti, di presa di possesso delle proprie vite.
Affascinante, seduttiva, trascinante e tristissima.

mercoledì 20 maggio 2020

Quinta puntata

...cresce la tensione?
Ma, non è che questo esercizio di scrittura che sto pubblicando a rate sia un giallo.
Non ci sono maggiordomi, non c'è un presunto assassino, non c'è un cadavere, manco una piccola ferita, sì c'è un'indagine e c'è un maresciallo dei carabinieri, ma...insomma, non è un giallo, è una semplice storia che ha un suo mistero che, machevelodicoaffà?, si svelerà alla fine.
Una fine lieta? Beh, arrivate fino in fondo e vedrete.
Intanto, in questa quinta puntata, ho pubblicato i capitoli che vanno dal 46 al 56.
Che succede?
Da una parte il maresciallo si muove nella valle per capire da dove arriva una cartolina così da lontano, sia che si parli di luogo sia di tempo. E lo fa dolcemente, mettendo in campo molte delle migliori forze che ha a disposizione.
Ma nel frattempo entra nella storia come come asso a briscola Don Artemio, che difende l'amore e la verità.
E poi il BarCentro, i suoi inutili commensali,  e poi i colori della valle...
Tutto su www.paolobonizzi.com.

domenica 17 maggio 2020

Quarta puntata

Continua la saga alpina.
Ho appena pubblicato i capitoli che vanno dal 35 al 45.
Dove si racconta di una ragazzina che diventa triste, terrorizzata anche se leale.
Dei suoi genitori che entrano in agitazione e non capiscono.
Di un amore che oltre sulle labbra dei suoi amanti, si ritrova sulla bocca di tutti, senza controllo.
Di un bar frequentato da lingue biforcute che però qualcuno metterà al loro posto.
Di montagne, di autunno, di aria pulita...
www.paolobonizzi.com.
Leggete senza vergogna!

 
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