martedì 26 maggio 2020

Il contratto

di Marco Vichi - Guanda


Durante la quarantena, come scrivevo la volta scorsa, sto riscoprendo alcuni libri che non sapevo neanche di avere (grazie anche a un trasloco in una casa più grande e quindi con i libri non in quattro file), ma non solo. Ho anche un po’ più di tempo per sfrucugliare in giro per la rete per scovare libri che mi ero perso.
Per ora in libreria non ci penso nemmeno di andare, almeno non in maniera strutturata. 
E gira di qui e gira di là, ho trovato un libro di Marco Vichi che mi ero perso - sacrliegio!
Come scrivo sempre, ho una vera passione per questo autore, che seguo da anni, anche oltre il commissario Bordelli.
E allora ho acquistato Il contratto. 
E’ un piccolo libretto, agile e compatto, che ci racconta la storia di un autore che non riesce a pubblicare quello che scrive (mi sembra di averla già sentita, questa…) e che un giorno viene approcciato da un signore che gli commissiona un libro e gli propone un contratto editoriale.
Il libro da scrivere, anzi da riscrivere con una chiave diversa, è la Divina Commedia del Dante nazionale.
Ma tutto è strano, le clausole impensabili, e soprattutto l’assistente, bellissima e seducente, che gli Uffici assegnano all'imprudente scrittore, è un amo che lo scrittore vorrebbe addentare ma che sfugge sempre. Ed addentare è un eufemismo.
Lo scrittore si perde, si ritrova, scrive come un pazzo in attesa di un premio immediato, e di popolarità e ricchezza dopo la pubblicazione.
Fino a una conclusione, tanto amara quanto grottesca.
Chi è l’editore che vuole questa nuova Commedia?
Chi è la meravigliosa assistente?
Cosa si fa pur di raggiungere il successo e la fama?
Bellissimo divertissement di Vichi. 
Stiamo tutti con i piedi per terra, mi raccomando.
E non solo durante la pandemia.



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