lunedì 20 luglio 2009

La guerra dei figli

di Lidia Ravera - Garzanti


Il terrorismo, gli anni ’70, l’attacco al cuore dello stato, il delitto Moro. Temi forti, sconvolgenti, pieni di sangue e dolore. Saggi, racconti in prima persona, pentimenti, romanzetti di bassa

qualità. Molti sputansentenze senza arte né parte, solo al soldo del potente di turno.

Questa fatica di Lidia Ravera è totalmente diversa di tutte quelle che ho già incontrato e che hanno affrontato il tema della ‘guerra civile’ in Italia in quegli anni.

E’ l’unico libro che affronta il tema della deriva terroristica dal di dentro di una famiglia. Ma soprattutto con gli occhi di una sorella, minore, della ‘compagna che ha sbagliato’.

E’ impressionante vedersi catapultare all’interno delle dinamiche familiari - come se fosse la tua! - alle prese prima con una sana e pulita ribellione, poi con un contrasto che porta alla ‘fuga’ dalla famiglia, e poi ancora, drammaticamente, doversi misurare con la clandestinità di una sorella, con le sua azioni criminose e con il suo forzato esilio.

E il libro, almeno per me, è tutto lì.

L’evoluzione di una rapporto tra sorelle, da sempre unitissime, da amore, complicità, copertura reciproca e trasgressione adolescenziale, per poi diventare angoscia e preoccupazione, fino a sfociare nella presa di coscienza e quindi nell’abbandono di un rapporto che ormai non poteva più esistere.

Un libro, duro, intimo, trascinante in alcune parti. Un libro che trasuda sofferenza, quella vera. Un libro sulla fine di un amore, quello più puro, tra sorelle (o fratelli).

La Ravera è straordinaria. Anche questa volta.

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