giovedì 4 febbraio 2010

Nel nome del padre

di Gianni Biondillo - Guanda

Se uno si aspetta di trovare l'ennesima vicenda dell'ispettore Ferraro da Quarto Oggiaro, cade pesantemente in un drammatico malinteso. Se poi siete, cari uomini e magari padri, alla ricerca di lettura di evasione, del genere 'stasera non voglio pensare a niente' oppure 'non so se leggere o guardare il Grande Fratello in versione siberiana, allora questo libro non fa per voi.
Se invece volete calarvi nella più dura e triste realtà; se volete scendere negli abissi della sofferenza pura, quella viscerale, quella che vi abbraccia se vi negano i vostri figli; allora questo libro fa per voi, con tutti gli interessi.
Un libro 'pugno nello stomaco', un libro forte, un libro di parte. Un libro che ci racconta l'odissea di un uomo, lasciato dalla propria moglie, che si vede portare via anche la figlia, deve combattere contro tutto e contro tutti per vederla, per avere una vita dignitosa e per salvaguardare la propria sanità mentale. Fino quasi al suicidio.
Una storia d'amore che finisce tristemente, tra mille meschinità, sensi di colpa e sgambetti. Una storia di tradimenti. Una storia con una donna terribile, terribile solo come le donne sanno essere quando sono ferite.
Una storia di uomo un po' miope, sordo, triste, incapace di reagire che alla fine vede la luce.
Una storia che fa male, ma veramente.
Leggetelo tutti, cari maschietti, ma prima mettetevi un casco, integrale possibilmente.

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