mercoledì 8 giugno 2011

Manuale di sopravvivenza del padre contemporaneo

di Andrea Biondillo - Guanda

Sono ormai padre da oltre sei anni. E due volte. Ne ho letti d'ogni tipo di questi tipi di libri. Neopapà alla ricerca di spazio, attenzione, affetto, sonno e un po' di riposo. Ma questo è il meno riuscito, nonostante l'autorevole partecipazione dello scrittore milanese, questa volta non alle prese con indagini nel girone infernale di Quarto Oggiaro.
Io non so se questo libro non funziona perché ormai sono fuori target. Essere padre è una crescita quotidiana, ma è anche, per sopravvivenza vera, un continuo smarcare cose da fare, ogni giorno, cose che spesso non si ripetono più perché sono funzionali alla crescita dei bambini che hai per le mani.
La cosa che più mi ha colpito, dal punto di vista negativo, è la mancanza di originalità dell'approccio, la banalità delle battute, l'ironia un po' trita e ritrita, il già lento e sentito.
Insomma niente di diverso dai libri, sorti come funghi, che hanno testimoniato, in prima persona, l'avvenuta paternità di chi, di mestiere, scrive.
È un peccato, perché Biondillo ha una marcia in più di tanti altri scrittori, forse più famosi.
Una sola scusa: quando diventi padre tutto si sconvolge, tutto si mette sottosopra, e la tua mente entra in un frullatore a velocità massima. E quindi, scrivere, ne risente...
Proprio noioso.

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