lunedì 24 marzo 2014

Gli sdraiati

di Michele Serra - Feltrinelli

'È inutile che te la tiri, i tuoi figli sono più piccoli, perché leggi un libro che regola un rapporto tra padre e figlio ormai ventenne, o giù di lì'?
Beh, a parte che io leggo quello che voglio, senza il bisogno di sentirsi in colpa o la necessità di auto-
giustificarsi per le scelte editoriali che si fanno. E poi leggere è da sempre una scelta anarchica, che regola lo stato d'animo del momento, che aiuta quel giorno lì, quando scegli quel libro lì, piuttosto che un altro, che pensi che in quel momento lì sia perfetto.
Questo è un libro molto privato, molto familiare, molto intimo, molto personale. Non capisco perché Serra si sia mostrato così, 'nudo', al lettore raccontando se stesso e il suo rapporto con il figlio e mettendolo in piazza.
Ma tant'è.
La ricerca di fare insieme quella 'passeggiata' - così le chiamava mio padre le gite anche durissime in montagna - su quel monte e a quel passo, diventa la metafora dell'accredito del padre presso il figlio.
Il libro scorre meraviglioso, grazie soprattutto alla scrittura e allo stile di Serra che ogni volta incanta per semplicità e altezza.
Un modo di scrivere che non riesco neanche a fotografare, e non solo perché non sono un critico letterario ma solo un onnivoro cannibale bibliofilo, ma anche perché è di difficile catalogazione.
Comunque è fascino puro per gli occhi e per la mente questo libro.
Come direbbe qualsiasi critico letterario della domenica e anche del lunedì mattina, è un libro che ti prende per mano e ti conduce su è giù per la vita di padre fino al nirvana finale che un po' ti risolleva, ma che ti fa capire che, nel rapporto con i tuoi figli, non è mai finita e mai risolta.
Bellissimo.


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