giovedì 1 maggio 2014

Blues d'autunno

di Santo Piazzese - Sellerio

Forse è la sua forza, forse è il suo limite, ma Piazzese - che compare sulle scene editoriali solo ogni tot di anni - è una folgorazione ogni volta che lo si legge, un faro in una notte di nebbia con mare in tempesta. Strabiliante.
Questa è una prova letteraria breve e folgorante, che ci fa conoscere meglio il detective/ricercatore La Marca, alle prese questa volta non con casi di cronaca intricati e insoliti, ma con il suo passato di studente, raccontato in un incontro casuale, a un vecchio compagno di studi.
Il ricordo va ai suoi studi biologici sui tonni, ai suoi divagare su un peschereccio per analizzare i pesci, al suo improvviso sbarco su un'isola abbandonata da dio e dagli uomini, in cui vive una comunità di 'stravaganti' (così vengono definiti dagli abitanti del luogo originali) che vengono da 'fuori' e che popolano l'isola in modo eccentrico e misterioso.
Aldilà della conclusione infingarda, il libro si sviluppa in una corsa al passato bellissima, struggente, cordiale.
E' bellissimo farsi condurre dallo stile meravigliosamente asciutto e autorevole di Piazzese tra le braccia dei ricordi, del passato che non c'è più, tra gli anni di formazione di una giovane vita.
I personaggi che si alternano - folli, sfuggenti, cialtroni, belli, eleganti oppure inutili - ci permettono di essere presenti su quello scoglio, in quegli anni, come se vivessimo in  prima persona gli eventi, come se partecipassimo.
E' confortevole leggere Piazzese, ma soprattutto questo libro.
Ti fa sentire vivo e ti racconta, dal di dentro, che comunque la tua vita lascia un segno nel mondo. Bello o brutto che sia.


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