Questo libro naviga, a volte in acque un po' torbide, a volte in acque placide. Anche troppo. Ma alla fine, forse causa il troppo cibo, si ha qualche giramento di testa e un senso di pesantezza.
Intendiamoci la Baresani, per quel che ho letto io, scrive in modo straordinario, anzi di più.
Si percepisce, dietro ogni riga, una formidabile facilità, una semplicità, una fluidità invidiabili.
Ma questa storia, fatta di ostriche, scopate altisonanti e di arrampicatori al limite della decenza, è pruriginosa, un po' ambigua (forse volutamente), e anche un po' seriale, sempre uguale a se stessa.

Non si capisce da che parte stia l'autrice, o meglio, la protagonista, che manifesta proprio all'ultima riga tutto il suo disgusto, ma lo fa solo a 'successo' ottenuto. E il disgusto, dei due principali attori della narrazione, è reciproco.
Questo mondo lo conosco, molto bene, ed è fatto di improvvisati arrivisti, ma anche di gente competente che si costruisce la propria credibilità attraverso professionalità, indipendenza e serietà. Non è tutto così!
Chi vuole imparare a scrivere, chi vuole avere qualche indicazione su come districarsi tra righe, carta, pagine vuote e storie impossibili, trova un alleato mirabile nella Baresani
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