sabato 28 marzo 2009

La notte che Pinelli

di Adriano Sofri - Sellerio

Per la mia generazione Piazza Fontana è uno dei momenti chiave della crescita.
Ha segnato non solo la storia di questo allucinante paese ma ha fatto da spartiacque nella vita di molti.
Al liceo c'era un ragazzo (non nella mia classe, io non l'ho mai conosciuto) che quel giorno era in banca con i genitori. La bomba gli aveva portato via completamente le gambe. Lo ricordo bene venire a scuola claudicante, immagino con protesi.
Le falsità distribuite a piene mani, 'la strage di stato', il mostro Valpreda, gli anarchici mentre noi sapevamo che erano i fascisti longa manu di qualcun'altro; tutto questo è stato per anni motivo di lotta e di indignazione.
Ma voi lo sapete che il processo si è concluso senza nessun colpevole?
Questo libro di Sofri è straordinario perché è un libro di storia. Sciorina una serie di elementi, documenti, riporta interrogatori, cifre, dati e date in modo puntiglioso, e traccia uno scenario su uno degli accadimenti più drammatici del post-strage: la morte di Pinelli, anarchico molto conosciuto a Milano (e molto bene anche dalla questura) che la notte tra il 15 e il 16 dicembre, dopo giorni di fermo, precipita dal quarto piano della questura e muore poco dopo.
Sofri, poi accusato di un aver fomentato una campagna d'odio attraverso i giornale Lotta Continua e quindi arrestato e condannato in linea definitiva come mandante dell'omicidio di Calabresi, il commissario che conduceva l'interrogatorio, ci racconta tutto e ci lascia alla fine con un 'Non lo so che cosa sia successo quella sera'.
Ognuno ha le proprie convinzioni, e le mie non me le cambierà mai nessuno.
Rimane però il sapore acido e rancido in gola a proposito del teatrino e dei giochini che sono stati perpetrati per anni, facendo in modo che tutto venisse di fatto messo a tacere.
Giuseppe Pinelli, come Calabresi, era padre di famiglia e faceva il ferroviere.
Papà compratelo per farlo leggere ai vostri figli, ragazzi acquistatelo per regalarlo a vostri papà in modo che possano imparare a non dimenticare.

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