venerdì 6 settembre 2013

Quel che ora sappiamo

di Catherine Dunne - Guanda

Pugni, calci, schiaffi...ecco che cos'è questo libro, soprattutto per chi è genitore, e ha dedicato tutta la vita a crescere i propri figli. Un figlio che se ne va prima dei genitori è un dolore perso nel nulla della vita futura, oltreché una insopportabile ingiustizia.
Il tema del bullismo, dell'emarginazione tra i giovani, della violenza - fisica e morale - tra gli adolescenti
oggi sembra essere uno degli aspetti più critici che la società del cosiddetto benessere ci ha servito sul piatto.
Ma aldilà della questione sociale, il libro ti travolge nelle miserie di una famiglia dove un figlio adolescenti, per incanto, un giorno si toglie la vita.
È intorno a questa tragedia che la famiglia comincia a interrogarsi sulle motivazioni, sul perché in una famiglia 'perfetta' un figlio, apparentemente felice e con tutto a disposizione, decide di farla finita.
Ma questa è la storia, il fatto che conduce il libro.
Poi c'è quello che è dietro, nascosto, da leggere con cura.
Il dolore dei genitori, ingestibile, incommensurabile.
Poi c'è la sequela di domande sul perché nessuno ha compreso, sul perché l'amore infinito per i figli non assicura di poter comprendere tutto e sempre.
Poi c'è l'interrogarsi su perché nessuno dei genitori non sono stati in grado di 'proteggere' il figlio, di metterlo in sicurezza.
Poi c'è il tema, irrisolvibile, ineluttabilmente inaffrontabile, del vivere la propria vita con un figlio perso.
Il libro è schiacciante, è un peso insostenibile, pieno di malinconia e dolore, con qualche traccia di speranza 'sindacale', che però sia i protagonisti sia l'autrice sanno benissimo che è una pura tecnica letteraria.
Dalla morte di un figlio non se ne esce, mai più.

Nessun commento:

Posta un commento

 
Paperblog