lunedì 10 agosto 2009

L'uomo che andò in fumo

di Maj Sjowall/Per Wahloo - Sellerio

Tempo d'estate e quindi tempo di gialli. Ma quelli seri, raffinati, di pura seduzione.
La coppia svedese degli anni '60 è arrivata alla sesta prova della stampa dei loro dieci(?) lavori letterari. E questo è sublime, credetemi.
Un'indagine all'estero per il commissario Beck, in Ungheria, oltre
cortina, nella bocca del 'mostro' comunista. Un caso complicato che però rimane si centrale nella narrazione, ma che lascia lo spazio per la stragrande parte del libro, alla permanenza del detective di Stoccolma a Budapest, al contatto con la città, il suo mondo. E' bellissimo non respirare la solita tiritera che qui da noi l'ha fatta da padrone nello scontro politico nostrano. E' bellissimo accorgersi (ma guarda un po'!) che in fondo anche tra le braccia dell'orco comunista si viveva una vita normale, fatta di caldo, di famiglie in vacanza e, perché no?, anche di crimine e cattiveria.
Con una polizia molto più al servizio della popolazione di quanto immaginiamo noi.
E' ovvio è pura narrazione e invenzione, ma da noi, nell'occidente più occidente, ogni volta era un'occasione per attaccare, smitizzare, terrorizzare...
Il caso poi si risolve tutto in Svezia, alla faccia dei peggiori detrattori.
Continuano a essere bellissimi questi libri del grande nord. Una prova di più del 'fiuto' letterario di Camilleri che li ha segnalati all'editore.

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