martedì 16 ottobre 2012

Una lama di luce

di Andrea Camilleri - Sellerio

Parliamoci chiaro, ma molto anche. Noi poveri lettori, in attesa della prossima imminente prova di Montalbano, siamo anche spettatori e 'tifosi' della vita privata del nobile commissario siculo.
E nell'eterna gara, lotta, nel duello continuo e reiterato tra i sessi (Cary Grant diceva che tutto era una forma moderna di duello, la coppa Davis, il matrimonio, la boxe...) si prende posizione, o per l'uno o per l'altra.
E nella continua baruffa tra Montalbano e Lidia - da sempre quasi giunta al termine ma mai veramente - il lettore prende le parti.
E di Lidia non se ne può più!
E non ne può più neanche l'autore, non solo il commissario, perché ogni storia vede il prode Salvo alle prese con gonnelle differenti e con labbra dal diverso sapore.
Ma in quest'ultima, forse presi dal fascino della nordica, forse catturati dallo scenario del mondo dell'arte e della sua ricchissima comunità, tutto ciò si acuisce, fino all'estremo.
E sembra proprio che sia fatta, che la genovese rompiscatole, noiosa, lamentosa, mortalmente non-sexy, sia giunta al capolinea.
Sullo sfondo, sempre più lontano, il fatto, l'indagine.
Camilleri è bravissimo a tenere in vita un personaggio come Montalbano. Lo fa invecchiare, gli fa fare strani sogni premonitori, lo sta conducendo alla vecchiaia con tutte le difficoltà e le idiosincrasie delle persone in odore di anzianità.
È un personaggio sempre più affascinante, che non sappiamo dove arriverà, ma in cui molti degli uomini-lettori di quell'età si riconoscono come se fossero allo specchio.



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