venerdì 28 gennaio 2011

La versione di Barney

di Mordecai Richler - Adelphi

Io lo sapevo. Sono anni che giro intorno, e anche alla larga, da questo libro. Mi domandavo, ingenuamente: ma come è possibile che mi possa piacere un libro osannato in lungo e in largo da Giuliano Ferrara?
E poi, maledizione!, mi sono fatto convincere, complice anche il battage pubblicitario in occasione del lancio della versione cinematografica.
L'ho iniziato, ho stretto i denti, l'ho finito.
Aldilà della struttura narrativa volutamente confusa e disordinata per fare un po' di scena, questo agglomerato di pagine stampate è uno sproloquio inconsistente, finto, noioso, irritante e decisamente sgradevole. Le povere piante sacrificate per produrre carta così malamente imbrattata, urano ancora vendetta.
Se l'autore voleva fare il moderno Bukowski; se lo scrittore voleva fare il verso ai veri scrittori 'trasgressivi' e disincantati; se voleva andare controcorrente, se voleva lasciare il segno nel piattume letterario di fine secolo inizio millennio; beh, c'è riuscito proprio pochino, anzi per nulla.
Oggi, quindi, abbiamo sul mercato, o nelle biblioteche, un libro sconclusionato, misogino fino ai capelli, un libro che traccia un solco incolmabile tra la letteratura di qualità e quella dozzinale.
E altro che inno all'amicizia...
Chi può ancora, si salvi, mi dia retta!
A costo di essere il solo al mondo che non ama questo libro...

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